Era il giugno 2020 e la pandemia aveva reso necessario il varo di un nuovo programma monetario della BCE per reagire alle tensioni finanziarie. Il PEPP, inizialmente fissato a 750 miliardi e dopodiché portato a 1.850 miliardi di euro, fece schiantare i rendimenti sovrani e corporate nell’Eurozona. E così, due anni fa l’Austria emetteva un bond a 100 anni con una cedola a dir poco striminzita dello 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4). Non era il primo titolo a così lunga scadenza. Nel settembre del 2017, era stato emesso un altro bond a 100 anni con scadenza nel 2117 e con cedola 2,10%.
Prezzo crollato, boom del rendimento
E così, il bond a 100 anni dell’Austria con scadenza 30 giugno 2120 nella seduta di ieri quotava a 40,60 centesimi. Pensate che nel dicembre del 2020 aveva toccato il prezzo di 139. Da allora perde più del 70%. Nel frattempo, però, il rendimento è salito al 2,35% lordo. E l’aspetto interessante riguarda la cedola. Rapportata al prezzo, ci esita quasi 2,10%. In un ambiente di bassa inflazione, sarebbe un flusso di reddito accettabile per un asset di elevata qualità in portafoglio.
Il bond a 100 anni dell’Austria si può acquistare per due ragioni diverse. La prima sarebbe di beneficiare di una cedola annua fissa e sicura per un periodo di tempo praticamente infinito. La seconda sarebbe di natura speculativa, ossia attendere che il prezzo risalga per rivendere il titolo e guadagnare. Pensate se riuscissimo tra qualche anno anche solo a disinvestire a una quotazione di 70 centesimi. Implicherebbe una plusvalenza lorda del 75%.
Bond a 100 anni perfetto per speculare sui tassi
In questi mesi, il mercato sta scontando il rialzo dei tassi a seguito del boom dell’inflazione. Finché si avranno aspettative restrittive sulla BCE, i prezzi resteranno sotto pressione.