Bond a 100 anni e cedola 4,45% in dollari, primo al mondo per un’università

L'Università del Michigan ha emesso un bond a 100 anni, raccogliendo 1,2 miliardi di dollari. Un inedito nel mondo, vediamo i rischi.
3 anni fa
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Bond a 100 anni dell'Università del Michigan

Pochi giorni fa, l’Università del Michigan ha raccolto 2 miliardi di dollari attraverso l’emissione di un bond in tre tranche, di cui una a 100 anni. E’ la prima volta nel mondo che un’istituzione legata al mondo della scuola riesce a finanziarsi con un’obbligazione di così lunga durata. In genere, le università americane sono solite emettere scadenze a 30 anni.

Il bond a 100 anni è stato piazzato sul mercato alla pari e offre cedola lorda del 4,45%. L’Università del Michigan ha anche raccolto 500 milioni con un bond a 30 anni e cedola 3,5%.

Infine, emessi green bond per 300 milioni e cedola anche in questo caso al 3,5%. Nel caso del bond a 100 anni, il rendimento iniziale offerto agli investitori è stato di 210 punti base sopra il Treasury a 30 anni. Non è possibile fare un confronto con la scadenza sovrana americana secolare, semplicemente perché non esiste.

I 2 miliardi raccolti serviranno a costruire tre nuovi edifici residenziali nel North Campus, continuare i lavori nel nuovo Michigan Medicine Clinical Inpatient Tower e sostituire il Central Campus Recreation Building. Inoltre, l’ente punta alle emissioni nette zero di CO2 entro il 2040. Il costo medio ponderato della raccolta è stato del 3,98%. Grazie alle emissioni, l’Università del Michigan ha potuto finanziarsi a tassi bassi e per un periodo molto lungo.

Bond a 100 anni, rischi di un’emissione quasi eterna

I bond a 100 anni non sono più una rarità nel panorama internazionale. Grazie ai bassi tassi d’interesse negli ultimi anni, molte società private ed entità pubbliche stanno puntandovi per ottenere fondi a lunghissima scadenza. Si pensi che nel 2020 il Perù emise un bond a 101 anni, il più longevo finora nella storia mondiale. Tuttavia, per chi acquista questi titoli i rischi non mancano. Essendo lunghissimi, sono molto volatili. Questo significa che se li si volesse rivendere sul mercato, i prezzi sarebbero soggetti a forti oscillazioni e, quindi, potrebbero infliggere perdite non indifferenti.

D’altra parte, il 4,45% può sembrare un’occasione ghiotta in tempi in cui il BTp a 10 anni neppure offre il 2%. Tuttavia, il bond a 100 anni in esame è denominato in dollari, per cui presenta per noi anche un rischio di cambio. Nello specifica l’Università del Michigan, che è pubblica, vanta il rating tripla A, per cui può considerarsi massimamente affidabile. Ma da qui a 100 anni, quando a riscuotere il capitale saranno verosimilmente i nostri figli o nipoti, chi mai può dire in quali condizioni finanziarie si troverà l’emittente? Un secolo fa, il Giappone era un’economia del Terzo Mondo e l’Argentina tra le più ricche del pianeta.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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