Questa è certamente la fase di maggiore interesse per il mercato obbligazionario dopo tanti anni di rendimenti striminziti o persino nominalmente negativi. L’importante è saper discernere, come sempre, tra buone occasioni e assunzioni di rischi all’infuori della nostra portata. Sul finire della scorsa settimana, c’è stata l’emissione di un bond ad alto rendimento. E non è solo un modo di dire. La cedola è stata fissata al tasso stratosferico del 14,50%. Raramente si vedono in giro numeri simili, specialmente quando l’obbligazione è denominata in una divisa forte come l’euro.
Investire negli high yield a proprio rischio e pericolo
Il bond ad alto rendimento di cui vi stiamo parlando è di Air Baltic, compagnia di bandiera della Lettonia. Ha raccolto 340 milioni di euro, mai così tanti per il piccolo stato baltico. Servirà essenzialmente a ripagare l’Eurobond in scadenza quest’anno a settembre e con cedola molto più modestamente del 6,75% (ISIN: XS1843432821). La nuova scadenza sarà rimborsata tra 5 anni e 3 mesi, cioè nell’agosto del 2029. E per oggi è stata fissata la data di regolamento degli ordini avvenuti durante il collocamento. Ad avervi partecipato sono stati oltre 100 investitori istituzionali provenienti da 20 stati.
L’espressione “bond ad alto rendimento”, in inglese “high yield”, ha una doppia valenza. Da un lato, indica un titolo obbligazionario che offre tanto all’investitore, ma dall’altro non vi farà piace sapere che il suo sinonimo sui mercati è “junk” o “spazzatura”. Senza giri inutili di parole, descrive un investimento ad alto rischio, come svelano i bassi rating. Sono considerati appartenere alla categoria tutti i bond “non investment grade”, vale a dire con rating inferiori a BBB-/Baa3 per fare riferimento alle principali agenzie internazionali. E il bond di Air Baltic ha valutazioni effettivamente basse: B- per Fitch e B2 per Moody’s, rispettivamente il sesto e quinto gradino dell’area “junk”.
Bilancio Air Baltic 2023
La compagnia aerea ha chiuso il 2023 con ricavi per 668 milioni di euro (+34%) e un utile netto di 33,7 milioni (+87,9%). Pertanto, è riuscita a fatturare la media di 112 euro per passeggero. Per quanto i numeri appaiano positivi, il debito netto ammontava al 31 dicembre scorso a 1,121 miliardi, pari a 7 volte l’Ebitdar. Quest’ultimo è il reddito al netto di interessi, tasse, ammortamenti e spese di ristrutturazione o affitto. La società risulta, quindi, oberata dai debiti.
Lo stato lettone ha investito 50 milioni nell’acquisto del bond ad alto rendimento appena emesso. Il Parlamento aveva autorizzato il governo ad esporsi fino a 136 milioni. Esso possiede il 97,97% del capitale di Air Baltic, che nei fatti è una compagnia in mano allo stato. E questo ci fa fare un pensierino: in caso di difficoltà, il governo farebbe mai fallire una sua entità, mettendo a repentaglio la sicurezza percepita del debito sovrano sui mercati? La Lettonia ha rating A+/A-/A3, cioè relativamente elevati. Da aggiungere che le mete baltiche, al netto delle attuali tensioni geopolitiche con la Russia, da anni riscuotono un interesse crescenti tra i turisti europei e del resto del mondo. Ciò prospetta un trend favorevole a compagnie come Air Baltic.
Bond alto rendimento peserà sui conti aziendali
D’altra parte, il mercato non si fida. L’Eurobond in scadenza tra quattro mesi quotava ieri a 97,50 centesimi, offrendo un rendimento annualizzato del 19,46%. Sono numeri da elevato rischio default, almeno nella percezione di chi investe. Infine, se emettere un bond ad alto rendimento può essere vista come una mossa coraggiosa, dall’altro lato sa anche di disperazione. Rispetto alla media dei tassi di mercato, la compagnia lettone si è appena indebitata ad un costo di oltre l’11,60% in più all’anno. A fatturato invariato, solamente questo titolo peserà per il 7,4% dei ricavi annuali in termini di interessi.