Il 2024 si è concluso negativamente per il mercato obbligazionario e ce lo segnala in modo vistoso il bond a 100 anni dell’Austria. Il titolo con scadenza 30 giugno 2020 e cedola 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4) ha chiuso con una quotazione inferiore ai 43 centesimi, mentre esattamente un mese fa toccava il massimo da marzo a 48,25 centesimi. Un tonfo di circa il 12,5% seguito a un boom di circa il 13% realizzatosi nelle tre settimane precedenti.
Alta volatilità negli ultimi mesi
Il bond dell’Austria rientra tra le emissioni a lunghissimo termine caratterizzate da frequenti “boom and bust” sui mercati.
Agli inizi di dicembre, il bond dell’Austria tornava ai massimi da diversi mesi in scia al trend globale calante per i rendimenti. Il mercato scontava un maxi-taglio dei tassi di interesse nell’Eurozona per il mese stesso. Man mano che l’appuntamento di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) si avvicinava, si moltiplicavano i segnali in favore di un taglio ordinario dello 0,25%. E così è stato. Complici i dati macro sia negli Stati Uniti che in Europa, i rendimenti sono risaliti velocemente. Il BTp a 10 anni è passato dall’offrire meno del 3,20% a più del 3,50%.
Nelle ultimissime sedute sembra che il bond dell’Austria abbia toccato il fondo a meno di 43 centesimi e tenda a rialzarsi. Se tenderà nuovamente ai massimi di un mese fa, segnerà una crescita del 13%. Si tratta grosso modo dello stesso valore toccato alla fine del 2023, quando un po’ frettolosamente il mercato aveva anticipato tagli dei tassi sia imminenti che superiore a quelli effettivamente annunciati nell’anno successivo.
Scambi bassi e importi contenuti
La BCE segnala ottimismo circa il raggiungimento del target d’inflazione del 2% in maniera stabile nel corso del 2025.
Da notare che gli scambi sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, pur non molto frequenti, registrano controvalori medi bassi. A dicembre sono stati di poco superiori ai 15.000 euro. Questo significa che, contrariamente a quanto crederemmo, il bond dell’Austria a 100 anni fa gola particolarmente al pubblico retail. Considerate che questo tende a concentrarsi sulle scadenze brevi e medio-lunghe, mentre gli investitori istituzionali puntellano il tratto più lungo della curva.
Bond 100 anni Austria ha appeal speculativo
Emerge nitidamente l’appeal speculativo del bond dell’Austria a 100 anni, che in molti avranno già in portafoglio nell’attesa che si rivaluti e faccia realizzare guadagni anche corposi. L’aspetto negativo risiede nell’elevata volatilità della quotazione per le ragioni sopra accennate. Se l’inflazione si confermasse elevata e per una qualsiasi ragione il mercato rivedesse le previsioni sui tassi al ribasso, i guadagni o non arriverebbero o al loro posto si materializzerebbe qualche perdita. Ma ai valori attuali ci sembra improbabile che la quotazione scenda ulteriormente di tanto e/o per un periodo prolungato. I rischi esistono, ma anche l’andamento del titolo nel 2024 sprona a un cauto ottimismo per il breve termine.
Degli articoli si apprezza la progressione chiara e consequenziale delle diverse rappresentazioni, per aree geografiche, rapporto di cambio, politiche monetarie ed eventi geo-politici ed economici.
Una valida guida.