Mentre l’oro sfonda la soglia dei 3.000 dollari l’oncia per la prima volta nella sua storia e segna l’ennesimo record negli ultimi mesi, il mercato obbligazionario non si sta avvantaggiando del clima di “risk-off” sui mercati finanziari. Complici le tensioni sui dazi e le incertezze sull’inflazione futura. Ne dà prova il bond austriaco a 100 anni (ISIN: AT0000A2HLC4), che in queste ore scende nei pressi dei minimi storici toccati nell’ottobre del 2023. Il titolo con scadenza 30 giugno 2120 e cedola 0,85% si acquista per soli 35,40 centesimi. Un anno e mezzo fa, arrivò a valerne meno di 35.
Tre cadute in tre mesi
Il bond austriaco a 100 anni è l’esempio estremo di volatilità per via dell’altissima “duration” (alta durata + bassa cedola).
Chi alla fine del 2020 lo acquistò per quasi 140, ai prezzi di mercato di allora, oggi conta le perdite. E sono altissime: 75%! Ma anche in rapporto ai massimi recenti il segno è ampiamente negativo. A dicembre, la quotazione era salita fino a 48,25 centesimi e ad oggi il crollo sfiora il 27%. Se tendesse a quei livelli entro i prossimi mesi, le potenzialità di guadagno per coloro che entrassero sul mercato oggi sarebbero superiori al 35%.
Graficamente, si notano tre punti di svolta in negativo negli ultimi 3 mesi e mezzo. Il primo si ebbe agli inizi di dicembre, quando il mercato iniziò a scontare un minore allentamento monetario nell’Eurozona. In calo sotto il target del 2%, l’inflazione è tornata a risalire e ancora a febbraio era del 2,4%. Ciò fece scattare un “repricing” prenatalizio ai danni dell’obbligazionario. Il bond austriaco a 100 anni arrivò a scendere fin sotto i 40 centesimi, risalendo fino agli inizi di febbraio. Qui, c’è stato un secondo momento critico per effetto delle tensioni commerciali UE-USA.
Bond austriaco 100 anni ora allettante
E arriviamo alla fine di febbraio, data clou per i mercati. Quella fu l’ultima seduta prima che i rendimenti tedeschi esplodessero sulla proposta del cancelliere “in pectore” Friedrich Merz di varare un bazooka da 1.000 miliardi in deficit per finanziare il riarmo e gli investimenti infrastrutturali. I prezzi si sono stabilizzati questa settimana, con il bond austriaco a 100 anni sostanzialmente invariato attorno ai livelli di queste ore. Può costituire un segnale di acquisto, anche in considerazione del fatto che i minimi di sempre si raggiunsero appena sotto i prezzi attuali. E sembra che il mercato abbia scontato appieno lo scenario di un ricorso al debito in Europa per la difesa. Non è neanche detto che i governi decideranno di fruire del tutto della flessibilità fiscale loro concessa sul Patto di stabilità. I margini a disposizione per stati come Italia e Francia sono minimi, per non dire nulli.