Sono solo voci, ma pare che la soluzione escogitata dal governo Conte per non revocare le concessioni autostradali alla famiglia Benetton e al contempo mostrarsi severo con la loro Atlantia sia l’ingresso della CDP nel capitale di quest’ultima. Il titolo azionario ha così recuperato l’8% in poche sedute, mentre aveva perso oltre il 14% nelle tre settimane precedenti, vale a dire dall’annuncio della ritirata di Atlantia dalla cordata per il salvataggio di Alitalia, operazione considerata una precondizione per evitare conseguenze nefaste sul fronte delle concessioni autostradali.
Tuttavia, il mercato obbligazionario non sta reagendo così in fretta. Il bond di Autostrade per l’Italia con scadenza gennaio 2023 e cedola 1,625% (ISIN: IT0005108490) ha sì risalito la china nelle ultime sedute, ma di appena lo 0,6%, attestandosi ieri sopra 98,70%. Vero è che anche le perdite erano state assai inferiori dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova: -10% contro il -40% accusato dalle azioni della controllante Atlantia. Da allora, l’obbligazione resta del 5% più bassa, le azioni di oltre il 14%.
Obbligazioni Atlantia, quanto ha influito la tragedia del ponte Morandi?
Contratti in calo, bond appetibile
Va detto che l’interesse per il bond si mostra nettamente inferiore nelle ultime settimane, come segnala il crollo delle negoziazioni alla Borsa Italiana. Nel mese di ottobre, quando finalmente sembrava essere arrivati a una soluzione di compromesso positiva per la società, i contratti chiusi erano stati 1.740 per un controvalore totale di 28 milioni di euro (3,7% dell’intera emissione), mentre a novembre si è scesi rispettivamente a 982 e 14 milioni (1,85% dell’intera emissione). La peculiarità di questa obbligazione rispetto alle altre sta nel fatto di non contemplare alcuna clausola di rimborso anticipato nel caso di revoca delle concessioni autostradali.
A conti fatti, il rendimento del triennale supera il 2% lordo, un livello ormai più unico che raro per un bond denominato in euro.