Mercoledì, BPER ha raccolto sul mercato 500 milioni di euro con l’emissione di un bond Senior Preferred di durata quinquennale, con scadenza nel luglio 2025. L’operazione è rientrata nel programma EMTN di 6 miliardi dell’istituto, che ha riscosso ordini pari a oltre il doppio rispetto all’importo offerto. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,57 centesimi e la cedola è stata fissata all’1,875% annuale. Pertanto, dal pricing è emerso uno spread di 220 punti base rispetto al tasso “mid-swap”, che si aggirava al -0,23% nelle stesse ore del collocamento, per cui il rendimento alla scadenza è stato dell’1,97%.
Il 75% dei titoli è andato ai fondi, il 24% alle banche. Gli investitori italiani sono risultati prevalenti. La data di regolamento è stata fissata per il 17 giugno. BNP Paribas, Citi, Mediobanca e Santander hanno agito in qualità di Joint Bookrunners. Grazie alla buona accoglienza del mercato, lo spread si è ristretto di una trentina di punti rispetto a quello indicato dalla “guidance”. Quanto al rating, parliamo di obbligazioni speculative per le agenzie di valutazione. In effetti, Moody’s le classifica con voto “Ba3” e Fitch con “BB”, rispettivamente 3 e 2 gradini sotto il livello minimo “investment grade”.
Il giorno prima era toccato a Unicredit lanciare un altro bond del tipo Senior Preferred per 1,25 miliardi. In quel caso, lo spread esitato è stato di 160 punti base sopra il relativo tasso mid-swap a 6 anni. Pertanto, Piazza Gae Aulenti ha spuntato un rendimento di circa lo 0,65% inferiore per un titolo di durata massima di un anno in più, pur con la facoltà di esercizio della “call” dopo 5 anni.
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Cosa c’entra la fusione Intesa-UBI
L’emissione di BPER s’inserisce negli scenari emersi in questi giorni con la bocciatura preliminare della fusione tra Intesa Sanpaolo e UBI Banca da parte dell’Antitrust. Secondo l’authority, i due istituti messi insieme otterrebbero una posizione dominante in diverse centinaia di aree del territorio nazionale, considerate le quote di mercato combinate rispetto alle diverse tipologie di clientela e tenuto conto anche dei tempi medi massimo di spostamento in auto dei clienti, stimati in 30 minuti per recarsi in filiale.
Secondo l’Antitrust, infatti, servirebbero ulteriori cessioni per evitare sovrapposizioni nella rete domestica. Da qui, la possibile risposta di Carlo Messina con l’aumento delle filiali da cedere proprio a BPER, la quale potrebbe aver emesso, a questo punto, il suddetto bond per finanziare proprio l’acquisizione di parte della rete del gruppo bancario che sta per nascere dalla fusione tra Intesa e UBI. Alla giornata di ieri, BPER perdeva in settimana oltre il 5% in borsa, risentendo del clima negativo sui mercati per via dei timori su una seconda ondata di contagi.