La scorsa settimana, Banca Unicredit comunicava ai clienti che non avrebbe pagato la cedola relativa al bond Cashes da 2,98 miliardi di euro. Il risparmio atteso da questa decisione è di soli 30 milioni di euro. La notizia ha colto alla sprovvista gli obbligazionisti, ai quali la stessa banca assicurava non più tardi del febbraio scorso che avrebbe rispettato il pagamento del tasso d’interesse.
Il bond Cashes fu emesso nel 2009, quando a capo di Unicredit vi era Alessandro Profumo. Il nome del titolo è un acronimo che sta per “Convertible and Subordinated Hybrid Equity-Linked Securities”.
Che cos’è successo? Un gruppo di obbligazionisti ha riportato alla stampa di avere ricevuto la cedola in pagamento del bond Cashes. Un palese controsenso rispetto all’annuncio della banca. E’ evidente che si sia trattato di un errore. A questo punto, non è dato ancora sapere commesso da chi. Se dalla stessa Unicredit (improbabile) o dalla banca fiduciaria o depositaria. Fatto sta che questi pagamenti finiscono per creare una discriminazione tra gli obbligazionisti.
Se, come ovvio, di errore si tratta, potreste pensare che la vicenda si chiuda con una semplice restituzione delle somme indebitamente riscosse. Ma in casi analoghi avvenuti negli ultimi anni, le decisioni dei giudici non sono state favorevoli ai ricorrenti. In sostanza, c’è il rischio che a pagare il costo di questo errore sia chi lo abbia commesso, se non la stessa Unicredit. Una potenziale beffa per un istituto oggetto da giorni di critiche per la decisione di non pagare la cedola.
Al di là di errori materiali sempre possibili, il problema sta nella comunicazione. Piazza Gae Aulenti ha smentito sé stessa a distanza di appena tre mesi sul bond Cashes. Un fatto che mette in discussione la sua reputazione. E dopo il caos di questi giorni, l’esordio di appena un mese fa del nuovo CEO, Andrea Orcel, non sembra sia avvenuto nel migliore dei modi. Certo, a Piazza Affari le azioni festeggiano con rialzi di circa il 27%, ma le obbligazioni incriminate hanno perso una decina di centesimi, circa un sesto del lavoro valore, scendendo in area 50. Altri passi falsi non sono ammessi.