La Croce Rossa Danese punta a collocare sul mercato un “catastrophe bond”, abbreviato anche come “cat bond”, da 3 milioni di euro. I proventi verranno utilizzati a beneficio delle popolazioni residenti nei pressi di 10 vulcani attivi nel mondo, dal Popocatépetl del Messico al Nevado del Ruiz in Colombia, passando per Merapi e Raung in Indonesia, Monte Camerun nel Camerun, Pichincha, Cotopaxi e Tugurahua in Ecuador, Fuego nel Guatemala e Villa Rica in Cile.
L’iniziativa prende spunto dalla consapevolezza che nel mondo esistano 500 milioni di persone che vivono vicino a 1.500 vulcani attivi.
Come funzionano queste obbligazioni
L’emissione della Croce Rossa Danese è realizzata con il sostegno della compagnia assicurativa Howden Group Holding della fondazione benefica Financial Lines. Ciò rende la raccolta meno costosa. Inoltre, partecipa anche Mitiga Solutions, società catalana esperta nella previsioni di rischi naturali. Non appena essa rileverà la caduta di sabbia vulcanica e la direzione dei venti nei villaggi protetti dal bond, scatterà il pagamento a favore delle popolazioni colpite. Inoltre, grazie alla “blockchain” i titoli del debito potranno essere digitalizzati e gli obbligazionisti potranno tenerli in una cartella del computer, anziché custodirli in banca, risparmiando dai 5 ai 10 punti base dell’investimento all’anno. La stessa Croce Rossa Danese dovrebbe risparmiare dai 200 ai 400 mila dollari grazie alla tecnologia. Tantissimi denari per un’emissione dal taglio così scarno.
I bond catastrofe sono particolari titoli che puntano a tutelare l’emittente – ma in questo caso i beneficiari sono terzi – da un rischio imprevedibile, come un terremoto, uno tsunami, altri eventi naturali avversi e, per l’appunto, eruzioni vulcaniche.
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