Unicredit ha appena emesso due bond dedicati agli investitori retail ed entrambi con cedola mista. Il taglio minimo è stato fissato in soli 1.000 euro, un importo alla portata di tutte le tasche. Le due obbligazioni differiscono tra loro per durata e caratteristiche di fissazione della cedola variabile. Per il resto presentano una struttura quasi identica. L’emissione è stata in tutte e due i casi alla pari, cioè al 100% del loro valore nominale e a tale livello sarà tenuta fino al prossimo 28 aprile. Le cedole saranno sempre pagate con cadenza annuale. La negoziazione è già possibile sul Mercato obbligazionario Telematico ed EuroTlx di Borsa Italiana.
Prima emissione, caratteristiche
Iniziamo dal primo bond con cedola mista e scadenza 10 aprile 2038 (ISIN: IT0005645111). Chiaramente, la durata iniziale è di 13 anni. L’emittente pagherà un tasso fisso del 7% per i primi 3 anni. Successivamente, il tasso diventa variabile e pari all’Euribor a 3 mesi vigente due giorni antecedenti l’inizio del periodo cedolare. In ogni caso, viene fissato un floor allo 0% e un cap al 7%.
Facendo un rapido calcolo, otteniamo che questo bond con cedola mista offrirà un rendimento medio lordo compreso tra un minimo dell’1,615% (1,1951% netto) e un massimo del 7% (5,18% netto). Pur essendo eventualità estreme, dobbiamo considerare lo scenario per il quale l’Euribor a 3 mesi assumesse valori sempre pari o inferiori a zero, come avvenne effettivamente tra l’autunno del 2015 fino all’estate del 2022. Un altro scenario estremo sarebbe quello in cui l’Euribor a 3 mesi assumesse valori sempre pari o superiore al 7%. Storicamente, mai tale tasso ha raggiunto un valore così alto. Raramente e per brevi periodi ha superato la soglia del 5%.
Immaginando che l’Euribor a 3 mesi restasse invariato ai valori attuali (circa 2,30%) fino alla scadenza, il bond con cedola fissa offrirebbe un rendimento medio lordo del 3,38% (2,50% netto). Anche questo scenario deve essere considerato puramente teorico, pur formalmente possibile. L’andamento dei tassi di mercato dipende dalle condizioni monetarie, a loro volta legate alla politica sui tassi praticata dalla Banca Centrale Europea in reazione alle condizioni macroeconomiche (inflazione, crescita economica, ecc.).
Seconda emissione, caratteristiche
Quanto al secondo bond con cedola mista di Unicredit, ha scadenza in data 10 aprile 2035 (ISIN: IT0005645129). In questo caso, il tasso fisso è solamente per il primo anno e pari al 4,75%. A partire dal secondo anno, il tasso diventa variabile e pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread dell’1,40%. Previsto un floor allo 0% e un cap al 4,75%. In questo caso, il rendimento medio lordo sarà compreso tra un minimo dello 0,475% (0,3515%) e un massimo del 4,75% (3,515%).
La soglia massima verrebbe raggiunta nel caso in cui l’Euribor a 3 mesi si attestasse al 3,35%. La soglia minima nel caso in cui scendesse sotto -1,40%. Mentre il primo valore è da considerarsi del tutto probabile, stando all’andamento storico, mai l’Euribor a 3 mesi ha toccato un livello così negativo. In altre parole, dobbiamo dedurre che questo secondo bond con cedola mista tenderebbe a proteggere più l’emittente dal rischio di pagare una cedola elevata, anziché l’investitore di riceverne una nulla.
Se il tasso di mercato restasse invariato da oggi fino alla scadenza, il rendimento medio lordo annuale si attesterebbe a circa il 3,80% (2,82% netto).
Bond cedola mista, rischio tasso
L’investitore si espone chiaramente al rischio di tasso, che si ha per il caso in cui i tassi di mercato scendessero, trascinando al ribasso i pagamenti dei bond con cedola mista. Quale scegliere tra le due emissioni? La durata, come visto, è differente. E c’è da considerare che nel primo caso, pur in presenza di un floor più elevato, non esiste alcuno spread applicato all’Euribor a 3 mesi. Dato l’andamento storico, ciò rende più probabile che i pagamenti delle cedole variabili risultino più elevati per la seconda emissione. D’altra parte, il primo titolo garantisce un tasso fisso elevato per 3 anni su 13, mentre il secondo per appena un anno su 10 e ad una percentuale più bassa.
giuseppe.timpone@investireoggi.it