Non è un buon periodo per il calcio italiano ed europeo, in generale. Il Covid ha privato nell’ultimo anno e mezzo i club di una delle fonti principali di sostentamento: i tifosi agli stadi. La pandemia ha anche ridotto le prospettive future sui diritti TV e non c’è società che non abbia chiuso e stia accingendosi a chiudere l’esercizio in forte perdita. Male per i loro debiti, sebbene il bond CR7 della Juventus stia continuando a smentire le cassandre.
Emesso nei primi mesi del 2019, le prime obbligazioni bianconere della storia offrono oggi un rendimento inferiore al 3%: al 2,97% per l’esattezza. E’ un “callable” con scadenza 19 febbraio 2024 e non è garantito. Quest’ultima è una differenza fondamentale con gli altri bond emessi dalle società di calcio di Serie A. Ad esempio, le obbligazioni dell’Inter sono state formalmente emesse dalla società che ne gestisce i diritti TV, vale a dire la Inter Media Communications. E sono garantite. Nonostante ciò e una scadenza sensibilmente più corta del bond CR7 – data di rimborso fissata per il 31 dicembre 2022 – offre oggi un rendimento del 4,65%.
Il bond nerazzurro ha evitato il declassamento di Fitch, la quale ha anche aumentato l’outlook dal “creditwatch” negativo a “stabile”. E ciò è avvenuto grazie a un prestito soci erogato da Suning alla società tramite Oaktree, che avrebbe ridotto considerevolmente il rischio di liquidità del titolo obbligazionario. In acque agitate, invece, il bond della Roma A.S. Scade a inizio agosto 2024, cioè sostanzialmente confrontabile con il bond CR7 della Juve, ma offre un rendimento in area 6,5%.
Da questa breve panoramica emerge che il mercato starebbe valutando con maggiore ottimismo la condizione finanziaria del club torinese, che pure si è deteriorata negli ultimi anni con l’acquisto di Cristiano Ronaldo, il cui solo costo di cartellino, commissioni incluse, ammontò nel 2018 a circa 120 milioni di euro.