Il mercato è in attesa di capire cosa farà dopodomani la Merkez Bankasi, la banca centrale turca. Le attese sono per un quarto taglio dei tassi consecutivo al 14%. Il presidente Erdogan è stato inflessibile: “indietro non si torna”. Continua la caduta della lira turca, così come dei bond in valuta locale e, in misura minore, in dollari ed euro della Turchia. Del resto, negli ultimi giorni S&P e Fitch hanno rivisto al ribasso i rispettivi rating sovrani: la prima ha mantenuto il giudizio B+, ma ha tagliato l’outlook da “stabile” a “negativo”; la seconda ha mantenuto BB-, anch’essa riducendo le prospettive da “stabili” a “negative”.
Malgrado gli interventi della banca centrale sul mercato forex, la lira turca perde quest’anno il 48%. Stamattina, scivola di un altro 3% e scambia a 14,21 contro il dollaro. I bond sovrani offrono rendimenti stellari: la scadenza a 10 anni viaggia al 21,74%, quella a 2 anni al 21,28%. Eppure, si tratta di valori bassi con un’inflazione al 21,31% a novembre e attesa fino al picco del 30% nei prossimi mesi.
Bond Turchia in dollari, rischi elevati
Tra i bond della Turchia in dollari abbiamo la scadenza 11 maggio 2047 e cedola 5,75% (ISIN: US900123CM05). Oggi, tratta a 81,39 centesimi, in calo di circa il 15% quest’anno. Iniziava il 2021 a una quotazione in area 95,50 centesimi. Chi lo avesse comprato alla fine del 2020, oggi si ritroverebbe ad avere subito una piccola perdita. A fronte della minusvalenza accusata, avrebbe percepito una cedola effettiva del 5,7% e si sarebbe avvantaggiato del rafforzamento del dollaro contro l’euro di circa l’8%.
Chi lo acquistasse oggi, metterebbe in portafoglio un bond in dollari con rendimento all’8%. Anche considerando il rischio di cambio associato alle variazioni future dell’euro-dollaro, sarebbe apparentemente un affare. I problemi con questo titolo sarebbero due. Il primo consiste nell’elevata volatilità dei prezzi, non certo prerogativa della Turchia sulle lunghe scadenze.