Vittoria a sorpresa alle elezioni presidenziali di domenica scorsa in Ecuador. Il 35-enne Daniel Noboa ha battuto la candidata di sinistra Luisa Gonzales, sostenuta dall’ex presidente Rafael Correa. L’uomo è un giovane imprenditore, figlio dell’uomo più ricco dello stato sudamericano. Ha ottenuto il 52% dei consensi contro il 48% della sfidante. Era il preferito dai mercati per le sue posizioni più pro-business, non senza qualche sbavatura. E i bond sovrani dell’Ecuador hanno reagito molto positivamente alla notizia. La scadenza in dollari 31 luglio 2035 e cedola 3,5% (ISIN: XS2214238953) si è apprezzata ieri del 4,46%, salendo a una quotazione di 37,47 centesimi.
Certo, i prezzi segnalano come il rischio default sia stimato ancora altissimo nel medio termine. In effetti, il paese è andato effettivamente in default nel 2008 e nel 2020 dovette nuovamente procedere alla ristrutturazione del debito a causa della crisi seguita alla pandemia. Le agenzie di rating classificano il debito ecuadoregno come “spazzatura”: B- per S&P, Caa3 per Moody’s.
Vittoria con tante incognite per Noboa
Noboa resterà in carica fino al dicembre del 2025, in quanto dovrà completare il mandato presidenziale di Guillermo Lasso. Questi si è dimesso per evitare l’impeachment dopo mesi di duro scontro con il Congresso. Il rally dei bond in Ecuador, quindi, è appeso alla capacità del nuovo capo dello stato di mantenere fede alla promessa di gestire con oculatezza i conti pubblici e di spronare la crescita dell’economia con incentivi fiscali. Il problema è che al Congresso il suo partito possiede appena un decimo dei seggi e partito di maggioranza relativa è quello di sinistra di Gonzales.
Ciò detto, il fatto che un candidato pro-business vinca le elezioni per la seconda volta di seguito può stimolare gli investimenti sul mercato sovrano. Noboa dovrà fronteggiare la criminalità dilagante ad opera dei cartelli della droga, responsabili dell’assassinio del candidato conservatore Fernando Villavicencio in piena campagna elettorale.
Rally bond Ecuador anche nel 2021
Anche nel 2021 la vittoria a sorpresa di Lasso aveva alimentato un grosso rally. Nel giro di pochi mesi, i prezzi erano saliti del 70%. Successivamente, tra aumento globale dei tassi di interesse e vicissitudini politiche, sono crollati fino a 30 centesimi per la scadenza 2035. Il primo pagamento di rilievo l’Ecuador lo avrà solo nel 2026, per cui il paese avrebbe il tempo necessario per ricostituire le riserve valutarie con cui saldare i debiti con l’estero. Queste sono scese di un paio di miliardi a 6,3 miliardi di dollari. Ricordiamo che Quito non batte più moneta propria da una ventina di anni, affidandosi al biglietto verde sia per gli scambi interni che per commerciare con il resto del mondo.