La campagna elettorale in Ecuador è entrata nel vivo, in vista del ballottaggio delle elezioni presidenziali fissato per l’11 aprile. Il primo turno è stato conquistato dal candidato socialista Andrés Arauz, sostenuto dall’ex presidente Rafael Correa, in auto-esilio in Belgio dopo una condanna per corruzione. A sfidarlo sarà il conservatore Guillermo Lasso, che parte da uno svantaggio di oltre 12 punti percentuali in meno.
Arauz ha promesso di attingere a 1 miliardo di dollari delle riserve valutarie per distribuire a un milione di famiglie indigenti.
Negli ultimi giorni, però, una pur minima speranza si è accesa per i sostenitori del candidato conservatore. L’ambientalista Yanu Perez, escluso dal ballottaggio per una manciata di voti, continua a gridare ai brogli e ha fatto sapere che non sosterrà ufficialmente nessuno dei due candidati. Qualora il suo elettorato, pari a oltre il 19% dei voti espressi a febbraio, disertasse le urne o scegliesse al secondo turno senza alcuna preferenza preconcetta, privato di indicazioni di partito, la corsa tra i due sfidanti si farebbe più serrata.
Forse, in considerazione di questi fattori i bond dell’Ecuador si stanno apprezzando, portandosi ai prezzi più alti da inizio mese. La scadenza 31 luglio 2030 e cedola 0,5% (ISIN: XS2214237807) quota in area 57 centesimi, offrendo un rendimento prossimo al 9%. La scadenza 31 luglio 2035 e cedola 0,5% (ISIN: XS2214238953) è risalita a una quotazione di 43,25 centesimi, rendendo così quasi il 10,30%.
Bond Ecuador investimento ad alto rischio, la ripresa delle quotazioni è poco solida