Nei giorni scorsi, Morgan Stanley ha inserito i bond di El Salvador tra quelli consigliati ai clienti per investire sul mercato sovrano. Proprio un anno fa, questi titoli toccavano i minimi. Da allora, tuttavia, sono risaliti di prezzo ad una velocità che forse nessuno si aspettava. Sebbene i rendimenti restino altissimi lungo la curva, i guadagni per gli investitori sono stati stratosferici.
Prendete il bond di El Salvador con scadenza 10 febbraio 2032 e cedola 8,25% (ISIN: XS0146173371) denominato in dollari USA. Esattamente un anno fa, era sprofondato ad una quotazione inferiore a 23 centesimi.
Esempio di investimento
Il capitale nominale investito è di 10.000 dollari. L’esborso effettivo sarebbe stato di soli 2.276 dollari, a cui si sarebbero sommati 227 dollari di rateo passivo, cioè la quota della cedola semestrale maturata dal venditore dal 10 aprile dello scorso anno fino al 19 luglio. Poiché il cambio euro-dollaro era allora sulla parità, il costo effettivo sostenuto sarebbe stato di 2.503 euro. Ad ottobre, avremmo intascato la prima cedola semestrale pari a 412,50 dollari. Al cambio di allora sprofondato a 0,95, corrispondeva a più di 425 euro. E nell’aprile di quest’anno avremmo incassato la seconda cedola semestrali, cioè altri 412,50 dollari corrispondenti stavolta a 378,44 euro. Infatti, dopo i minimi toccati nell’autunno scorso già in primavera il cambio risaliva verso quota 1,10.
Se oggi disinvestissimo, rivenderemmo il capitale nominale di 10.000 dollari per 6.600 dollari. Incasseremmo anche il rateo attivo maturato dal 10 aprile scorso, cioè 99 giorni di godimento, pari ad altri 227 dollari. Al cambio attuale di circa 1,1250, incasseremmo qualcosa come complessivi 6.070 euro tra capitale e rateo della cedola. A questo punto, siamo in grado di calcolare il rendimento dell’operazione. Sommiamo tutti gli incassi e otteniamo 6.874 euro.
Bond El Salvador in default per S&P
Ci sarebbe andata di lusso. Il mercato scontava il default dello stato centramericano, che non è arrivato. La situazione fiscale resta critica e il presidente Nayib Bukele non gode di buone relazioni personali con gli Stati Uniti e gli organismi finanziari internazionali. Prova è il fatto che non riesce a garantirsi il prestito da 1,3 miliardi di dollari stanziato dal Fondo Monetario Internazionale. Le distanze aumentano sui Bitcoin, che Bukele ha imposto come valuta legale e che Washington vede come fumo negli occhi. Secondo l’istituto, la piccola economia domestica rischia di esporsi alla volatilità delle “criptovalute”.
Le agenzie di rating restano pessimiste. Per S&P i bond di El Salvador sono in stato di “default” conclamato. Il riferimento è all’operazione di scambio di vecchi con nuovi titoli del debito imposta dallo stato ai fondi pensione privati nella primavera scorsa. Per Fitch il giudizio è CC, per Moody’s Caa3. Chi entrasse oggi sul mercato salvadoregno, non è detto che abbia la stessa fortuna di chi lo fece un anno fa a prezzi da super saldi.