Anche l’Africa approfitta dell’abbondante liquidità sui mercati di questi mesi e il Ghana ha appena emesso bond in dollari per un controvalore di 3 miliardi, attirando domanda per 20 miliardi. L’emissione ha riguardato tre scadenze: 1,25 miliardi per obbligazioni a 7 anni e cedola 6,375%; 1 miliardo per obbligazioni a 15 anni e cedola 7,875% e 750 milioni per obbligazioni a 41 anni e cedola 8,875%. Queste ultime risultano ad oggi la scadenza più lunga mai emessa in Africa. In passato, il Sudafrica ha emesso titoli a 40 anni, mentre lo scorso anno era stato lo stesso Ghana a balenare l’ipotesi di lanciare un bond a 100 anni, anche se alla fine ha ripiegato per una scadenza molto più corta, per quanto in assoluta lunga, vale a dire il bond marzo 2051 e cedola 8,95% (ISIN: US37443GAC50), che attualmente rende in area 8,6%.
Considerando che il bond in scadenza nel 2061 abbia 10 anni di vita residua in più e che sia stato emesso con cedola inferiore, possiamo ben dire che l’emissione delle scorse ore sia stata un grosso successo per Accra. Il paese gode di un rating sovrano molto basso: “B3” per Moody’s, “B” per S&P e Fitch, con la prima ad avere prospettive positive e le restanti due stabili. Parliamo di un emittente “junk”, altamente speculativo per le agenzie internazionali. Lo stato dell’Africa occidentale ha ottenuto assistenza finanziaria per tre anni dal Fondo Monetario Internazionale e fino al 2019, esibendo da allora una certa stabilità, pur essendo la sua economia attesa in rallentamento e il deficit fiscale in aumento quest’anno.
Investire in bond emergenti in valute forti?
Effetto cambio e spread
Tuttavia, il cedi risulta ad oggi la valuta che più si è rafforzata contro il dollaro quest’anno tra le 140 monitorate da Bloomberg. Ha messo a segno guadagni superiori al 5%, dopo avere accusato un pesante -14% nel 2019.
I 3 miliardi incassati serviranno, non si sa in quale misura, a rifinanziare il debito in scadenza, oltre che per finanziare il deficit di bilancio. Ad ogni modo, i dollari in ingresso rafforzeranno nel breve il cambio, accrescendo le riserve valutarie. Già per effetto del Coronavirus, il cedi si è apprezzato per la minore richiesta di valuta straniera da parte delle imprese importatrici, in buona parte per i minori viaggi compiuti all’estero. Restano le criticità di un’economia ancora troppo dipendente da coltivazioni come il cacao. L’andamento delle quotazioni di questa pianta incide profondamente sui tassi di cambio, così come quello della sterlina, essendo il cacao venduto sui mercati internazionali nella valuta britannica.
Il prezzo del cacao resta stabile e gli agricoltori africani guardano ai trafficanti d’oro