Il collocamento del bond ENI si è concluso con due settimane di anticipo rispetto ai tempi fissati nel Prospetto informativo. Il successo dell’obbligazione rivolta al canale retail è stato tale che la domanda ha superato l’importo massimo fissato dall’emittente già al secondo giorno di offerta. E così, venerdì 20 gennaio alle ore 17.00 si erano prenotati per la sottoscrizione quasi 310.000 piccoli investitori (309.672) per un importo complessivo di 10,2 miliardi di euro. L’importo offerto era stato di 1 miliardo, ma con la possibilità di un raddoppio a 2 miliardi nel caso di ordini in eccesso.
Tuttavia, a causa degli ordini eccedenti l’offerta si è reso necessario procedere al riparto. Le obbligazioni in eccesso sono state assegnati ai sottoscrittori in proporzione alle richieste pervenute tra i richiedenti. Quelle risultanti ancora in eccesso dopo tale operazione sono state oggetto di sorteggio tra i partecipanti alla seconda fase.
Il bond ENI scade in data 10 febbraio 2028, per cui presenta una durata iniziale di 5 anni. Esso staccherà una cedola annuale lorda del 4,30%. Il tasso è stato confermato successivamente al termine del collocamento. Nell’ultimo anno, la cedola potrà salire al 4,80% per il caso in cui l’emittente non avesse centrato anche solo uno dei due obiettivi di sostenibilità ambientale fissati prima del collocamento. Essi riguardano la capacità di generazione di energia da fonti rinnovabili e il taglio delle emissioni di CO2.
Bond ENI di buon auspicio per BTp Italia
Dunque, il rendimento alla scadenza coincide con il tasso d’interesse, visto che il bond ENI è stato emesso alla pari. E’ del 4,30% annuo lordo nel caso in cui entrambi gli obiettivi di sostenibilità ambientale fossero centrati.
Il bond ENI è stato emesso a premio di 148 punti base sul tasso “midswap” nel caso della cedola al 4,30% fino alla scadenza. Nulla che, obiettivamente, giustifichi questa corsa alla sottoscrizione. Rispetto al rendimento netto offerto dal BTp a 5 anni, stiamo parlando di un premio di neppure 20 punti base o 0,20%. L’emissione rimarca la fame di investimenti sul mercato a reddito fisso da parte delle famiglie italiane. Con l’inflazione alle stelle, serve impiegare la liquidità in modo quanto più fruttifero possibile. Chissà che non sia di buon auspicio per il prossimo BTp Italia in collocamento probabilmente nella tarda primavera di quest’anno.