I risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania sono stati eclatanti: passano al ballottaggio dell’8 dicembre Calin Georgescu ed Elena Lasconi, rispettivamente leader sovranista euro-scettico e e filo-putiniano e sindaco di un piccolo villaggio, di tendenze europeiste di centro-destra. Entrambi hanno in comune la loro opposizione all’establishment politico nazionale, che esce con le ossa rotta dalla competizione. Il premier socialdemocratico Marcel Ciolau e il presidente del Senato, Nicolae Ciuca, si sono fermati rispettivamente al 19,15% e all’8,8%. I bond in euro della Romania sono scivolati sul mercato secondario, pur senza drammi.
Rivolta contro establishment rumeno
Le elezioni sono una rivolta dei cittadini contro la politica di Bucarest. Georgescu chiede la fine degli aiuti in favore della confinante Ucraina e si mostra contrario alla Nato e all’Unione Europea. Lasconi è a capo dell’Unione Salvate la Romania e ha fatto breccia tra gli elettori puntando sulla sua opposizione al governo di larghe intese tra socialdemocratici e liberali di centro-destra. Chiunque vinca, risultano già bocciati governo e presidente uscenti. E domenica prossima si rinnova il Parlamento, dove le forze di opposizione potranno vincere o comunque avanzare ai danni dell’attuale assetto politico.
Quotazioni in calo
Il bond in euro della Romania con scadenza 27 settembre 2029 e cedola 6,625% (ISIN: XS2538441598) si è deprezzato dello 0,85% e attualmente quota in area 108, rendendo poco più del 4,70%. Più pesante il calo accusato dalla scadenza del 3 aprile 2034 con cedola 3,50% (ISIN: XS1970549561): -1,4% a 84,76 centesimi e rendimento in salita sopra il 5,60%. Infine, la scadenza del 3 aprile 2049 con cedola 4,625% (ISIN: XS1968706876) arretra dello 0,70% rispetto al venerdì scorso, scendendo a 82 centesimi e rendendo il 6,05%.
Gli obbligazionisti sono giustamente preoccupati delle ripercussioni sui loro investimenti. L’eventuale vittoria di Georgescu sarebbe naturalmente lo scenario peggiore per il mercato obbligazionario. Il timore è che Bucarest e Bruxelles si allontanino tra di loro. I fondi europei sono essenziali per la crescita dell’economia domestica.
Bond Romania deboli almeno fino l’8 dicembre
La Romania non può permettersi un tracollo dei bond, dato che solo quest’anno per l’Unione Europea registrerà un deficit fiscale all’8% del Pil. E il saldo delle partite correnti è notevolmente negativo, riflettendo un’economia non competitiva e poco attrattiva dei capitali esteri. Se le tensioni politiche portassero a una fuga degli investitori, la tenuta dei conti pubblici sarebbe ulteriormente a rischio. Tra l’altro, minaccerebbero anche la stabilità del cambio, ancorato all’euro. La debolezza per i titoli di stato si protrarrà come minimo fino alla data del secondo turno e potrà intensificarsi già dopo le elezioni politiche di domenica prossima.