Bond della Francia di nuovo giù, la scommessa di Macron pesa sull’alto debito pubblico

I bond della Francia tornano nel mirino dei mercati dopo che le elezioni legislative si sono concluse con la clamorosa vittoria della sinistra.
6 mesi fa
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Bond Francia giù con vittoria della sinistra
Bond Francia giù con vittoria della sinistra © Licenza Creative Commons

Aprono in calo, pur non drammatico, i bond sovrani della Francia nella prima seduta dopo il secondo turno delle elezioni legislative. A sorpresa, sono state vinte dal Nuovo Fronte Popolare, una coalizione di sinistra che metteva insieme socialisti, comunisti, verdi e la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Questi ha parlato subito dopo l’uscita dei primi exit poll che davano la sua coalizione in testa, rivendicando la guida del governo. Secondi si sono piazzati i centristi del presidente Emmanuel Macron, mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen è finito clamorosamente terzo dopo essere stato in testa al primo turno e aver vinto nettamente le elezioni europee meno di un mese fa.

Incognita governo

Il gioco delle desistenze tra Macron e la sinistra ha funzionato. Il difficile arriva ora. Nessuno ha i numeri per governare da solo e i vincitori sono un’aggregazione eterogenea che potrebbe dissolversi già da oggi. Chi farà il premier? Mélenchon non vuole cedere a una figura di mediazione proposta dall’Eliseo, i socialisti sì. La situazione è diventata ancora più ingarbugliata delle previsioni. E per i conti pubblici francesi non ci sono buone notizie, quando già il debito pubblico è sopra il 110% del Pil e segnala diverse fragilità anche rispetto all’Italia.

Sinistra francese contraria ad austerità fiscale

Il Nuovo Fronte Popolare ha una linea di politica economica ultra-espansiva sul piano fiscale. Propone lo smantellamento della riforma delle pensioni, l’innalzamento del salario minimo, la patrimoniale per colpire i redditi più alti e l’uso dei risparmi (formula vaga) per sostenere il debito pubblico. Quest’ultima affermazione è arrivata da Sandrine Rousseau subito dopo la chiusura dei seggi. E’ naturale che i bond della Francia nei prossimi mesi entrino in una fase di rinnovata tensione. A Parigi non sarà possibile alcuna manovra di austerità per risanare il deficit dello stato.

A rischio c’è il rapporto con Bruxelles, che ha appena aperto la procedura d’infrazione a carico di sette stati, tra cui proprio Francia e Italia.

L’incertezza colpirà anche i BTp, perché se il prossimo governo francese non si adeguasse alle richieste della Commissione, ne uscirebbe travolto il nuovo Patto di stabilità. I mercati trarrebbero la conclusione che nell’Eurozona i debiti potranno lievitare a briglie sciolte e reagirebbero vendendo bond di Francia, Italia e altri stati indebitati. La ricerca di un nuovo premier non è immediata. Il dimissionario Gabriel Attal resterà verosimilmente in carica fino alla fine dei Giochi Olimpici, che si terranno nelle prossime settimane a Parigi. Ciò consentirà a Macron di prendersi il tempo necessario per trattare qualche nome a lui gradito e che possa conquistare la maggioranza dell’Assemblea Nazionale.

Bond Francia, repricing iniziato

Mentre scriviamo, i bond della Francia a 10 anni (Oat) offrono un rendimento del 3,25%, in rialzo di 3,5 punti base rispetto alla chiusura di venerdì scorso. Il repricing non è facile. La sconfitta della destra lepenista può essere considerata una buona notizia da chi temeva per la tenuta della seconda economia nell’Eurozona. D’altra parte, essa è avvenuta in favore di una coalizione ancora meno prudente sul piano fiscale e molto più incerta nelle alleanze. L’incognita Mélenchon agiterà i sogni degli investitori, anche perché senza il suo partito la sinistra vittoriosa scenderebbe a poco più di un centinaio di seggi. Ma l’uomo non è incline al compromesso. Ha pulsioni pacifiste e considerate filo-russe e antisemite, che complicherebbero non poco il ruolo della Francia nella comunità internazionale.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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