La compagnia assicurativa Generali ha collocato ieri sul mercato un nuovo bond per l’importo di 750 milioni di euro, ricevendo ordini per oltre 2,4 miliardi. Questi sono risultati di 3,2 volte superiori all’offerta. Ad avere partecipato all’emissione sono stati 185 investitori istituzionali, categoria al quale l’obbligazione era rivolta. Le assegnazioni sono andate per l’86% all’estero e il restante 14% in Italia. Particolarmente interessati gli investitori di Regno Unito e Irlanda, che come spesso capita sul mercato obbligazionario italiano hanno fatto la parte del leone con il 27%.
Condizioni dell’emissione
Il bond Generali è subordinato, appartenente dalla categoria Tier 2. Esso ha scadenza fissata nel gennaio 2035, per cui sostanzialmente è un decennale. L’emissione è avvenuta alla pari e la cedola esitata è stata del 4,1562%, pari a un premio di 175 punti base o 1,75% sul tasso “midswap”. A titolo di confronto, il BTp a 10 anni offriva ieri meno del 3,50%, seppure a fronte di una minore tassazione.
Trattandosi di un’obbligazione subordinata, vale la pena ricordare in estrema sintesi quali siano le peculiarità. Nel caso in esame, il bond Generali sarebbe rimborsato solamente dopo i bond senior e prima dei bond Tier 1 e Upper Tier 1 nell’eventualità in cui la compagnia emittente andasse in dissesto. Una probabilità teoricamente remota, ma resta pur sempre necessario capire il meccanismo alla base del titolo.
Bond Generali Tier 2 più rischioso
In genere, questo tipo di obbligazioni ha una durata decennale con clausola di possibile rimborso anticipato (non prima dei cinque anni) a discrezione totale dell’emittente. Il bond Generali, invece, non presenta tale clausola, per cui è a tutti gli effetti un titolo decennale. Dato il grado di rischio maggiore per chi investe, emissioni simili sono riservate ormai da anni al mercato istituzionale. La crisi bancaria del decennio passato ha indotto a una certa prudenza.