Come andranno i mercati nel 2025? Essendo agli sgoccioli dell’anno in corso, analisti e investitori iniziano a lanciare le loro previsioni sul prossimo futuro. A gennaio ci sarà l’insediamento della nuova amministrazione americana guidata da Donald Trump. Ma per il chief strategist di BCA Research, Dhaval Joshi, arriverà dall’Asia una principale possibile fonte di rischio. I bond del Giappone potranno destabilizzare i mercati finanziari, ha spiegato. In particolare, l’aumento dei loro rendimenti reali potrebbero avere effetti negativi sul resto del pianeta.
Inflazione al target del 2%
La Banca del Giappone tiene ancora i tassi di interesse a livelli bassissimi: 0,25%, pur in rialzo dal -0,10% fino al marzo scorso. E questa politica sta diventando insostenibile, alla luce di un’inflazione ormai da tempo sopra il target del 2% e che per il lungo termine è attesa centrare l’obiettivo dell’istituto. Questi ha fissato all’1% il limite massimo per il rendimento decennale sovrano. E da diverse settimane i bond del Giappone a 10 anni offrono poco più di tale soglia, segno che ci siano forti pressioni ribassiste su questi asset.
Allarme mercati a inizio agosto
Ad inizio agosto, la Borsa di Tokyo accusò un enorme crollo, risalendo per fortuna nelle sedute successive. Tale crash fu collegato alla chiusura di numerose posizioni legate al “carry trade“ di questi anni. Si tratta del fenomeno per cui gli investitori prendono a prestito denaro dove costa molto poco per impiegarlo dove i tassi sono alti. Poiché la Federal Reserve si accingeva ad abbassare gli interessi e la banca nipponica li stava alzando, le opportunità di guadagno furono percepite in calo e i rischi in rialzo.
Per il 2025 ci sarebbe il rischio di un ulteriore rialzo dei tassi in Giappone, che possa far lievitare i rendimenti dei bond anche in termini reali. E questo avrebbe conseguenze particolarmente dirompenti sui titoli azionari high tech a Wall Street, che si reggono perlopiù sui capitali presi in prestito nel Sol Levante.
Yen determinante per bond in Giappone
I maggiori rendimenti per i bond in Giappone possono influenzare negativamente anche l’obbligazionario europeo, in cui i rendimenti stanno diminuendo da mesi a seguito del taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. Pur tornato in calo nelle ultime settimane, lo yen si è allontanato dai minimi toccati in estate, ma perde comunque il 7,5% quest’anno contro il dollaro. Il cambio può rivelarsi determinante nei prossimi mesi proprio per l’inflazione domestica, che a sua volta dirigerà le decisioni di politica monetaria.