Mancano quattro giorni alla riunione del board della Banca del Giappone e potrebbe segnare la fine della lunga era dei tassi negativi. Perlomeno, è quanto segnalano di aspettarsi gli investitori, che lanciano segnali in tal senso attraverso il mercato obbligazionario. I bond sovrani del Giappone con scadenza a due anni sfioravano ieri il rendimento dello 0,20%, salendo ai massimi da tredici anni a questa parte. Anche i decennali rendono un po’ di più: allo 0,77%, si sono portati ai livelli più alti da tre mesi.
Fine dei tassi negativi vicina
Sin dall’inizio del 2016 Tokyo tiene i tassi negativi sui depositi bancari. E ciò al fine di mantenere un elevato grado di liquidità per stimolare l’inflazione, depressa ormai da oltre un quarto di secolo. Tuttavia, negli ultimi tempi il target del 2% è stato raggiunto e superato. Allo stesso tempo, le altre principali banche centrali hanno alzato i tassi ai massimi da inizio millennio. La divergenza monetaria con il Sol Levante ha colpito lo yen, che è arrivato a scambiare contro il dollaro ad un tasso superiore a 150. Ieri, si attestava a poco meno di 148.
Rendimenti in risalita
Più volte nell’ultimo anno la banca centrale è dovuta intervenire sui bond del Giappone. Sin dal 2016 adotta anche una politica di controllo della curva. I rendimenti a due anni possono oscillare intorno allo zero, quelli decennali fino al dicembre 2022 potevano salire al massimo allo 0,25%. Successivamente, tale limite è stato raddoppiato per due volte fino all’attuale 1%. Tuttavia, il bond del Giappone a 10 anni resta sotto la soglia massima consentita.
Cosa si aspetta di preciso il mercato? A differenza delle precedenti comunicazioni, non crede più all’aumento della soglia-limite per il rendimento decennale.
Bond Giappone concorrenti degli europei?
La fine dei tassi negativi in Giappone segnerebbe anche la conclusione di un’epoca nel mondo. Le ripercussioni si avrebbero possibilmente anche sul mercato dei bond europei. Molti capitali dall’Asia se ne tornerebbero a casa per essere impiegati nei titoli di stato domestici. I bond del Giappone diverrebbero potenzialmente allettanti anche per gli investitori stranieri, malgrado i rendimenti infimi offerti. Una minore divergenza monetaria con Federal Reserve e Banca Centrale Europea rafforzerebbe lo yen. Il rendimento effettivo dei bond in Giappone lieviterebbe. Aumenterebbe anche la concorrenza ai nostri bond, sebbene l’atteso taglio dei tassi nell’Eurozona accrescerebbe la disponibilità di capitali interni.