Per trovare bond giapponesi a dieci anni con cedola dell’1,10% bisogna tornare indietro al 2012, cioè di ben dodici anni. Il Ministero delle Finanze di Tokyo non ha potuto che prendere atto della lievitazione dei rendimenti sopra l’1% per questo tratto della curva, nonostante ufficialmente questa sarebbe la soglia massima tollerata dalla Banca del Giappone. L’attuale benchmark decennale offre una cedola dello 0,80%. Ma non è l’unica novità di rilievo che arriva dal mercato obbligazionario del Sol Levante.
Yen debole con fuga dei capitali
Ieri, si è appreso che il governo punta ad emettere nuovi bond giapponesi a tasso variabile.
Tassi in Giappone restano azzerati
Per evitare un collasso ancora più marcato del cambio, la banca centrale ha più volte alzato il limite per i rendimenti dei bond giapponesi. Era allo 0,25% fino al dicembre 2022, mentre adesso è all’1%. Non basta, con il Treasury decennale ancora al 4,40% e destinato a rimanere remunerativo ancora per diverso tempo. La Federal Reserve non dovrebbe tagliare i tassi di interesse neppure subito dopo l’estate. Ciò accresce la pressione sui titoli nipponici. Gran parte dello stock venne emesso a rendimenti infimi e, pertanto, risulta ormai deprezzato.
L’emissione di bond giapponesi a tasso variabile consente agli investitori di sfuggire alle perdite nel caso in cui i tassi salissero. Infatti, essi offriranno una cedola agganciata ai tassi di mercato, similmente a quanto accade in Italia con i CcTeu. Non è una novità assoluta neanche per Tokyo. In passato, il governo ha emesso già indicizzati ai tassi, ma della durata iniziale di quindici anni.
Bond giapponesi a basso rendimento anche in futuro
Sarebbe un modo per frenare il deflusso in corso dei capitali e preservare lo stesso yen. I bond giapponesi risulteranno verosimilmente molto poco remunerativi anche nei mesi prossimi, dato che una stretta vigorosa sui tassi non è all’ordine del giorno. Oltretutto, il debito pubblico ammonta a più del 260% del Pil e anche piccole variazioni dei tassi possono avere un grosso impatto sulla spesa per interessi. L’istituto agirà anche sul fronte degli acquisti dei bond, riducendone i quantitativi per iniettare progressivamente minore liquidità sui mercati. Sorge, dunque, la necessità di proteggere gli investitori che continuano a dare fiducia al mercato nipponico. Sperando che basti per superare la bufera da qui almeno a fine anno.