Il 2021 può essere considerato non a torto come l’anno della riscossa per i bond della Grecia. Vi abbiamo già mostrato in un articolo precedente, come nel giro di pochi mesi la scadenza a 30 anni emessa da Atene sia passata da un rendimento a premio di oltre 20 punti base rispetto all’omologo BTp a uno più basso di quasi una trentina di punti.
Il bond della Grecia a 10 anni offre oggi lo 0,68% contro lo 0,70% dell’Italia. Ciò rende bene l’idea dell’ottima performance del mercato sovrano ellenico in questi ultimi tempi.
E ci sono i 30,5 miliardi di euro di cui Atene beneficerà grazie al Recovery Fund. Siamo a oltre 16 punti del PIL pre-Covid, un potente stimolo a un’economia depressa, che ancora nel 2019 restava di quasi un quarto più piccola dei livelli raggiunti nel 2007. Si spiega così il boom dei prezzi per i bond della Grecia. Il mercato ignora che si tratti di titoli “spazzatura”, confidando nella copertura della BCE da un lato e nell’upgrade delle agenzie di rating dall’altro.
Eppure, i rischi ci sono. La pandemia sta già colpendo il turismo internazionale e, pur tra le smentite del governo, starebbero fioccando numerose disdette delle prenotazioni, specie sulle isole. Il governo ha dovuto ripristinare alcune restrizioni anti-Covid, tra cui il coprifuoco tra l’1 e le 6 del mattino in diverse località turistiche e la chiusura dei locali notturni, tra cui a Mykonos. Una situazione, che rischia di frenare il rimbalzo atteso del PIL. E bisogna considerare che il turismo incide per un quinto dell’economia ellenica.
La cancellazione delle perdite causate dalla pandemia sarebbe il primo passo per rendere più sostenibile un debito pubblico esploso ormai sopra il 200% del PIL. La variante Delta sta facendo esplodere i contagi in Grecia, saliti a una media giornaliera di quasi 2.700 casi. Altissimi per una popolazione di appena 11 milioni di abitanti. Il mercato obbligazionario non ne sta tenendo conto. Ma attenzione all’eccessiva compiacenza.