Questo martedì, Enel ha emesso un nuovo bond ibrido, subordinato, non convertibile e perpetuo per l’importo di 900 milioni di euro. Notevole la domanda, che ha superato i 3 miliardi. I proventi raccolti con questa obbligazione serviranno a rimborsare un equity accounted per il medesimo valore nominale e con prima data call fissata per il febbraio del prossimo anno (ISIN: XS2000719992), la cui cedola è fino ad allora fissa del 3,50%. La data di regolamento è stata fissata per giorno 27 febbraio.
Condizioni della nuova emissione
Il nuovo bond di Enel offre, invece, una cedola fissa del 4,75% fino alla prima data di reset del 27 maggio 2029.
E sarebbe così fino alla seconda data di reset del 27 maggio 2034, quando si riproporrebbe per il bond Enel la medesima scelta. In caso di mancato rimborso, la cedola offrirebbe ulteriori 25 punti base o 0,25% sul tasso “midswap” fino alla terza data di reset del 27 maggio 2049. In quella data, in caso di mancato rimborso del bond Enel la cedola sarebbe pari al tasso “midswap” incrementato di ulteriori 75 punti base rispetto alla seconda mancata call.
Rating bassi
Il bond Enel è stato emesso ad un prezzo di 99,454 centesimi, per cui il rendimento lordo annuo alla prima data di reset risulta del 4,875%. Quanto ai rating assegnati, sono medio-bassi: BB+ per S&P, il cui giudizio è “non investment grade”, BBB- per Fitch e Baa3 per Moody’s. Sono state ben quattordici le banche del consorzio che si sono occupate del collocamento in qualità di joint bookrunners: Bbva, Bnp Paribas, Bank of America, Caixabank, Citi, Commerzbank, Goldman Sachs, Hsbc, Imi-Intesa Sanpaolo, J.
Rischio medio-alto per bond Enel
Tornando alle caratteristiche salienti del bond Enel, dicevamo che esso è subordinato. Significa che il suo rimborso è posticipato rispetto alle obbligazioni senior, nel caso di insolvenza della compagnia. Il pagamento della cedola può altresì essere rinviato e il capitale non rimborsato in casi estremi. E non possiede alcuna scadenza ufficiale, trattandosi di un bond perpetuo. Per questo è trattato sul piano regolamentare anche come un bond ibrido, cioè per metà debito e metà capitale. In sostanza, il rischio di credito insito in questo strumento è medio-alto. Ciò spiega i bassi rating assegnati dalle agenzie internazionali e i rendimenti relativamente generosi.