Tra i bond in dollari emessi nei paesi emergenti, questa settimana è degno di nota la scadenza 21 luglio 2025 del Kazakistan e con cedola fissa del 5,125% (ISIN: XS1263054519). Il paese dell’Asia Centrale è teatro di proteste contro il governo per il forte aumento del prezzo della benzina. Il premier è stato deposto dal presidente, per cui di fatto le manifestazioni hanno provocato una crisi politica insolita per Almaty, dove per quasi 30 anni è stato capo dello stato Nursultan Nazarbaev.
Il bond in dollari in esame ha una durata residua di circa 3 anni e mezzo e mercoledì scorso, prima di cedere a seguito delle dimissioni del governo, offriva un rendimento lordo dell’1,56%.
Bond in dollari, rating e tassi
Il debito sovrano kazako è classificato come “investment grade” dalle principali agenzie di rating: BBB- per S&P, BBB per Fitch e Baa2 per Moody’s. In effetti, il paese ha un basso grado di indebitamento pubblico, solamente al 25% del PIL. Dispone di riserve valutarie apparentemente congrue per fronteggiare le scadenze a breve e medio termine, pari a 35,5 miliardi di dollari a fine ottobre. L’economia domestica è largamente dipendente da produzione ed esportazione di petrolio e gas.
In teoria, i rincari delle materie prime dovrebbero sostenere i prezzi dei bond in dollari e in valuta locale del Kazakistan, grazie al benefico effetto che ciò ha sui conti pubblici. Tuttavia, ciò ha innescato una forte ripresa dell’inflazione, salita all’8,4% a dicembre e spingendo la banca centrale ad alzare i tassi d’interesse per tre volte nel corso del 2021 e per complessivi 75 punti base al 9,75%. La scadenza corta del bond in dollari non depone a favore di un recupero duraturo e sostenuto dei prezzi, anche perché il rendimento si rivela essere già basso.