L’asta del Tesoro di martedì 26 novembre punterà a raccogliere fino a 3,75 miliardi di euro con l’emissione di tre bond, di cui due indicizzati all’inflazione europea. Nel dettaglio, saranno offerti un BTp short term con scadenza 28 agosto 2026 (ISIN: IT0005607269) e due BTp€i rispettivamente con scadenza 15 maggio 2029 (ISIN: IT0005543803) e 15 maggio 2033 (ISIN: IT0005482994).
Non solo bond indicizzati, anche BTp short term
Il BTp short term offre cedola del 3,10% e in chiusura di seduta prezzava ieri a quasi 101, cioè sopra la pari.
Aggancio all’indice Hicp Eurostat
Il primo dei due bond indicizzati scade tra circa quattro anni e mezzo e stacca cedola reale dell’1,50%, corrisposta su base semestrale. Si tratta di un’obbligazione di stato con capitale rivalutato in base all’andamento dell’Hicp Eurostat ex tabacchi, vale a dire l’indice dei prezzi al consumo nell’Eurozona. Il titolo tratta sul mercato secondario sopra la pari. Ieri, chiudeva le contrattazioni a 101,19. Questo significa che offre un rendimento reale annuale dell’1,22%. Il bond del Tesoro con scadenza omologa e cedola fissa rende attualmente il 2,84%. Ne consegue una differenza in area 1,60%. Questo è il tasso d’inflazione atteso in media dal mercato per l’Eurozona per i prossimi quattro anni e mezzo.
La 19-esima tranche sarà di importo compreso tra 750 milioni e 1 miliardo. Come valutare un simile investimento? Se crediamo che da qui alla scadenza del titolo ci sarà nell’Eurozona un’inflazione almeno pari all’1,60%, dovremmo considerare di inserirlo in portafoglio. Bisogna tenere conto del target d’inflazione del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE).
Inflazione attesa bassa anche nel lungo periodo
Il secondo dei due bond indicizzati ha scadenza tra otto anni e mezzo e offre cedola reale dello 0,10%. Proprio per il bassissimo interesse corrisposto, la quotazione di mercato giace ben sotto la pari. Ieri, era di 88,47 centesimi. Ciò corrisponde a un rendimento reale lordo dell’1,57%, che si confronta con il 3,32% offerto dal BTp con cedola fissa e simile scadenza. In questo caso, siamo in presenza di un differenziale dell’1,75%. Significa che il mercato si aspetta un tasso d’inflazione medio annuale ancora una volta sotto il target del 2% per quasi l’intero prossimo decennio. La 22-esima tranche sarà compresa tra 500 e 750 milioni.
Queste cifre appaiono curiose, se pensiamo che da settimane si è tornati a speculare circa la ripresa dell’inflazione con la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Ad oggi, il mercato non starebbe scontando nulla di concreto per l’Eurozona. Anzi, le previsioni sui prezzi appaiono francamente persino basse.
Bond indicizzati, fattore rivalutazione
I bond indicizzati comportano il pagamento di un prezzo superiore a quello esitato in asta o che vediamo quotidianamente sul mercato secondario. Infatti, il rispettivo capitale nominale è da rivalutare in base alla variazione dell’indice dei prezzi dall’emissione alla data della compravendita. A differenza dei BTp Italia, i BTp€i corrispondono all’investitore la rivalutazione in un’unica soluzione e interamente alla scadenza. Al 28 novembre prossimo, data di regolamento per tutti i tre titoli in asta, la rivalutazione per il BTp€i 2029 sarà del 4,377% e per il BTp€i 2033 del 16,96%.