Grandi movimenti attorno all’Inter campione d’Italia. I festeggiamenti a Milano sono delle scorse ore, anche se lo scudetto era stato vinto matematicamente con la vittoria nel derby contro il Milan di lunedì scorso. Adesso, la principale preoccupazione per la famiglia Zhang, a capo del club nerazzurro, sarà di rifinanziare i debiti in scadenza. Di questi, oltre 380 milioni di euro dovranno essere pagati a maggio al fondo Oaktree, che nel 2021 aveva sottoscritto un bond emesso da Great Horizon sarl, la holding che fa formalmente capo all’Inter e con sede nel Lussemburgo.
Bond Inter in scadenza a tassi stratosferici
Questa obbligazione venne strutturata con la formula PIK (Payment-in-Kind). In pratica, tutti gli interessi del 12% annuale sarebbero stati pagati alla scadenza dopo essere stati capitalizzati. E così, dai 275 milioni del prestito si è arrivati a circa 110 milioni in più da versare. Il problema è che Oaktree non sarebbe disponibile a rifinanziare il bond dell’Inter, se non ad un tasso ancora più alto del 12% e per una durata di un anno inferiore.
Cessione Inter da Zhang agli arabi?
Per questa ragione Zhang si guarda intorno da mesi. Si specula sull’interessamento di un fondo arabo legato direttamente al principe ereditario Mohammed bin Salman per l’ingresso nel capitale. Tuttavia, l’investitore dalle generalità sconosciute non si accontenterebbe di diventare socio di minoranza del proprietario cinese. Vorrebbe eventualmente la maggioranza. Nelle more di una possibile cessione, che dopo il ventesimo scudetto diverrebbe ancora più appetibile, ecco affacciarsi Pimco. Il fondo americano, che gestisce assets per circa 1.900 miliardi di dollari, starebbe garantendo all’Inter un rifinanziamento del bond in scadenza a tassi inferiori e con una durata più lunga rispetto alle condizioni poste da Oaktree.
Si parla di 400 milioni, che sarebbero più che sufficienti per Zhang a rimborsare il prestito. Gli rimarrebbero una quindicina di milioni, a cui si sommerebbero 80 milioni inutilizzati del prestito in scadenza.
Clausola obbligazionaria con cambio di proprietà
Se Pimco si sta muovendo, significa che probabilmente Zhang ha in corso un’operazione per la cessione del club. Ma il tutto è complicato da un altro bond dell’Inter. Stavolta, parliamo di quello emesso agli inizi del 2022 per 415 milioni e con scadenza il 9 febbraio 2027 (ISIN: XS2439248472). La cedola del 6,75% risultò abbastanza appetibile al tempo. Parliamo di un periodo in cui i tassi di interesse erano ancora azzerati nell’Area Euro. Il titolo tratta alla Borsa di Lussemburgo a 98,50 centesimi, offrendo un rendimento lordo annuale in area 7,40%. Tanto per una scadenza residua di neppure due anni.
Di fatto, il bond dell’Inter è “non investment grade”. Fitch gli assegna il rating B+. All’atto della sua emissione, lo spread con il BTp di pari durata si aggirò in area 625 punti base o 6,25%. Bisogna dire che nel frattempo si è di molto ristretto. Attualmente, esso si aggira intorno ai 400 punti o 4%. Qual è il problema? Nel prospetto informativo si legge che, nel caso di cambio di proprietà, basterebbe la richiesta di un solo obbligazionista per fare scattare l’obbligo in capo all’acquirente di rimborsare il titolo in anticipo.
Bond Inter spaventa gli investitori
Questa clausola spaventa i potenziali investitori interessati all’acquisizione del club. Anche se il bond dell’Inter non modifica nella sostanza il valore del patrimonio netto societario, esso fa correre il rischio di un impiego di liquidità immediato per ben 415 milioni. Dunque, chi volesse comprare, dovrebbe mettere in conto la possibilità di dover spendere subito quest’altra cifra enorme per soddisfare le richieste dei creditori.