Il giorno precedente alla Festa della Repubblica, Italgas è tornata a rifinanziarsi sul mercato con l’emissione di un nuovo bond. L’importo offerto è stato di 500 milioni di euro, a fronte del quale sono arrivati ordini per 1,6 miliardi. La domanda è stata solo degli investitori istituzionali, dato che l’operazione era rivolta esclusivamente a questa categoria. Essa consente alla società di effettuare “un esercizio di pre-funding”. Cosa significa? Con questa emissione punta ad accaparrarsi in anticipo capitali che serviranno a ripagare debiti nel prossimo futuro.
Rating medio-alti
Il bond Italgas ha scadenza fissata nel giugno del 2032, per cui presenta una durata iniziale di nove anni. Stacca una cedola annuale lorda del 4,125% e il prezzo di aggiudicazione è stato di 98,746 centesimi. Pertanto, il rendimento lordo alla scadenza risulta essere del 4,32%, cioè a premio di 137 punti base o 1,37% sul tasso “mid-swap”. Quanto al BTp di pari durata, il premio in questo caso è stato esattamente di 40 punti base o 0,40%.
L’emittente è una società di distribuzione del gas. Ha chiuso il 2022 con un utile netto di 259,8 milioni di euro, in crescita di oltre 20 milioni rispetto al 2021. Al 31 marzo scorso aveva un indebitamento finanziario netto di quasi 6,1 miliardi. Buoni i rating: BBB+ per Fitch e Baa2 per Moody’s. Dunque, le agenzie di valutazione considerano i bond Italgas a medio-basso rischio di credito. Da notare che i giudizi risultano superiori a quelli che le stesse agenzie assegnano ai titoli del debito pubblico italiano.
Bond Italgas a confronto con BTp
Il legame tra bond Italgas e BTp passa dal fatto che la società è nei fatti controllata dallo stato. Il 26% del capitale azionario è in mano alla Cassa depositi e prestiti (CDP) e un altro 13% a Snam, che a sua volta è controllata dalla CDP.
Quale sarebbe il senso di inserire i bond Italgas in portafoglio? Esigenze di diversificazione, anzitutto. Il business del gas è ciclico, per cui si scommetterebbe sulla crescita economica italiana. E si tratterebbe di un investimento remunerativo, con cedola soddisfacente e prezzo di acquisto iniziale sotto la pari. A questi rendimenti, l’inflazione italiana in media sarebbe più che coperta da qui alla scadenza.