Il boom dei rendimenti obbligazionari nell’ultimo anno e passa ha evidenziato quanto sia importante la diversificazione degli investimenti tra le varie categorie di asset. Ma anche all’interno del comparto obbligazionario esistono grosse differenze in termini sia di rendimento che di rischio di credito. In questa sede vogliamo tornare a parlavi dei bond del Kazakistan denominati in dollari americani. Questo grande paese dell’Asia Centrale è sconosciuto ai più, ma sta diventando una potenza regionale di tutto rispetto. Soprattutto con le tensioni tra Russia e Occidente, può diventare un hub dell’energia che possa connettere Europa e Asia.
I bond del Kazakistan a 2 anni con scadenza 21 luglio 2025 e cedola 5,125% (ISIN: XS1263054519) si acquistavano lo scorso venerdì ad una quotazione di quasi 103. Il rendimento lordo risultava del 3,77%. Il paradosso di questo titolo in dollari è che, in questo momento, sta rendendo circa tre quarti di punto percentuale in meno del T-bond a 2 anni degli Stati Uniti. Questi offriva il 4,50% nelle stesse ore. In genere, specie sui mercati emergenti, i bond tendono a rendere a premio sui titoli di stato di Zio Sam di pari durata. Il fatto è che la politica monetaria della Federal Reserve resta restrittiva nelle attese degli investitori.
Se ha scarso senso investire sul tratto breve della curva per i bond del Kazakistan, il discorso cambia per le scadenze lunghe. Il titolo 14 ottobre 2044 con cedola 4,875% (ISIN: XS1120709826) esibiva al termine della settimana scorsa una quotazione inferiore agli 89 centesimi, pari a un rendimento lordo del 5,90%. In questo caso, il premio sui T-bond a 20 anni c’è e si aggira intorno ai 175 punti base o 1,75%. Per chi volesse diversificare il portafoglio obbligazionario puntando sulle emissioni in dollari, questo bond del Kazakistan diventa allettante.
Bond Kazakistan buon compromesso tra rischio e rendimento
Certo, espone ad un rischio di cambio.
Il livello delle riserve valutarie appare congruo per fronteggiare i debiti esteri a breve termine, risultando di valore doppio. Lo stesso debito pubblico kazako è contenuto, sotto il 25% del PIL. E la bilancia commerciale esita saldi attivi, contribuendo positivamente alle riserve. Nel primo trimestre di quest’anno, invece, le partite correnti sono passate in negativo. In definitiva, i bond del Kazakistan non sono ad alto rischio. Anzi, possono rappresentare un’opportunità di diversificazione anche nell’ottica geopolitica. Non senza rischi s’intende. Astana o Nur-Sultan è sempre più vicina al blocco asiatico sino-russo. Ciò può provocare in futuro frizioni con l’Occidente con annesso rimpatrio dei capitali di quest’ultimo.
Escludendo scenari estremi e imprevedibili, investire nei bond del Kazakistan significherebbe puntare sulle materie prime, pur indirettamente. A loro volta, queste risentono dell’andamento dell’economia mondiale. In un certo senso, quindi, l’investimento equivarrebbe a scommettere sulla crescita globale. E in un contesto di disinflazione futura, gli spread dovrebbero restringersi, ovvero i titoli di stato del paese sovra-performerebbero il mercato.