Il bond Titano fu emesso agli inizi dello scorso anno e segnò il debutto di San Marino sui mercati internazionali. Un gesto estremo quello della piccola Repubblica, dovuto alle condizioni finanziarie precarie dovute alla pandemia. La scadenza del titolo si ha in data 24 febbraio 2024 (ISIN: XS2239061927). Offre una cedola del 3,25%, abbastanza elevata anche ora per una durata così corta, figuratevi all’atto della sua emissione. Allora, il rendimento del BTp a 3 anni viaggiava in territorio negativo di almeno 0,20%.
Il bond di San Marino quotava venerdì scorso a meno di 97,50 centesimi alla Borsa di Francoforte, malgrado da qui alla scadenza manchino ormai meno di 15 mesi.
Il rischio di credito per il bond di San Marino è teoricamente elevato, dato che Fitch ha di recente declassato il rating sovrano a BB, cioè un gradino più giù nell’area “junk”. Alla scadenza manca poco, come dicevamo. Ciò lancia l’allarme circa la capacità della Repubblica di fronteggiare un importo solo apparentemente contenuto (340 milioni di euro), ma che corrisponde a circa un quinto del PIL.
Bond San Marino ripagato con nuovo debito
A tale proposito, la legge di bilancio per il 2023 prevede all’art.2 che il governo sanmarinese sia autorizzato a raccogliere capitali fino a 450 milioni di euro sul mercato domestico e internazionale, al fine di effettuare il “roll over” dell’Eurobond da 340 milioni e del bond interno di altri 50 milioni. In teoria, quindi, non dovrebbero esservi problemi. Così come accade negli altri stati, anche il bond di San Marino sarà ripagato con l’emissione di nuove obbligazioni.
La domanda è un’altra: il mercato presterà così tanto denaro alla Repubblica? Il dubbio sorge ancora più forte se si pensa che i prossimi mesi rischiano di essere abbastanza negativi per l’economia europea.
Detto questo, il bond di San Marino offre attualmente un rendimento superiore all’inflazione programmata in Italia per il 2023 e pari al 4,3%. E questo implica che il suo acquisto aiuterebbe il portafoglio a contrastare l’inflazione per i trimestri prossimi. Ma il rischio esiste, anche se forse risulta sopravvalutato.