La Repubblica di San Marino ha concluso l’operazione di emissione del nuovo bond sui mercati internazionali (ISIN: XS2619991883). La notizia è stata data lunedì dal Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti. A fronte di un’offerta di 350 milioni di euro, la domanda è stata di 1,478 miliardi da parte di 143 investitori. Grazie agli ordini elevati l’emittente ha potuto tagliare la cedola dal 7% al 6,50%. E nel governo si coglie un senso di sollievo, di soddisfazione per un esito affatto scontato.
Sempre Gatti ci tiene a precisare che il nuovo bond di San Marino non si traduce in maggiore debito, bensì in un “roll over” del debito precedente. In effetti, contestualmente alla nuova emissione è partita la Tender Offer per il buyback del bond con scadenza in data 24 febbraio 2024 e cedola 3,25% (ISIN: XS2239061927). Praticamente, il denaro incassato in questi giorni servirà a riacquistare con nove mesi di anticipo la prima obbligazione emessa sui mercati internazionali nel 2024. Ne consegue l’allungamento del debito.
Bond San Marino raddoppia cedola del precedente
Gli importi sostanzialmente si equivalgono. Il nuovo bond di San Marino è di soli 10 milioni di euro più corposo. Tuttavia, rileva la differenza di costo. La cedola che stacca la nuova scadenza di gennaio 2027 è esattamente doppia di quella del titolo rimpiazzato. A fronte dei circa 11 milioni di euro all’anno spesi per pagare gli obbligazionisti, la nuova emissione costerà 22,75 milioni, cioè 11,70 milioni in più.
Se l’emissione fosse avvenuta troppo a ridosso della scadenza del vecchio bond, spiega Gatti, il rischio sarebbe stato di presentarsi deboli e strappare condizioni di mercato ancora peggiori. Chiaramente, il prezzo del bond 2024 sta tendendo alla pari. Era sceso sotto 96,70 centesimi circa tre settimane fa. La buona notizia per la Repubblica è che i principali investitori nel primo Eurobond hanno rinnovato l’interesse per la nuova emissione, per cui in buona parte si tratterà di una partita di giro. La cattiva è che il rendimento offerto è visibilmente elevato, a premio di 300 punti base o 3% sul BTp a 4 anni, del 4,25% sul Bund di pari durata.