Se vi siete entusiasmati per gli alti rendimenti offerti dai titoli di stato italiani, sappiate che c’è persino molto di meglio. E restando nell’Eurozona, anzi restando in buona sostanza nello Stivale. Stiamo parlando dei bond di San Marino, la piccola repubblica indipendente che si trova in territorio emiliano. La prima emissione sui mercati internazionali avvenne agli inizi del 2021 in una fase complicata per le finanze statali. A fine 2020, in piena crisi pandemica, il governo locale cercò di raccogliere liquidità tra le banche, ma non vi riuscì.
Quest’anno, con l’avvicinarsi del rimborso di febbraio 2024 il governo ha giocato d’anticipo. Ha emesso un secondo bond di San Marino sui mercati esteri per l’importo di 350 milioni. Di fatto, l’aumento del debito pubblico così determinatosi sarà temporaneo, visto che la liquidità servirà semplicemente a ripagare il precedente titolo. Stavolta, però, la scadenza di gennaio 2027 ha dovuto offrire una cedola del 6,50% (ISIN: XS2619991883), doppia della precedente. Lo spread con l’Italia è stato all’incirca sui 300 punti base in fase di emissione.
Rendimenti sopra 10% e spread con BTp a 600 punti
Senonché, il bond San Marino 2027 chiudeva la seduta dello scorso venerdì esattamente a 90 centesimi, offrendo un rendimento lordo superiore al 10%. Rispetto al BTp di pari durata, parliamo di uno spread superiore ai 600 punti base o 6%. In pratica, il Titano ha visto raddoppiare in pochi mesi le distanze da Roma, che a sua volta non se la sta passando benissimo con lo spread a 200 punti rispetto ai titoli tedeschi decennali.
Lo stesso bond San Marino 2024 tratta a ridosso del 10% di rendimento, anche in questo caso segnalando un premio altissimo sui titoli di stato italiani, nei dintorni dei 600 punti.
Rassicurazioni Fondo Monetario
Certo, gli stessi hanno chiesto maggiore attenzione alle finanze statali e un incremento delle riserve di liquidità. Sta di fatto che sembra un po’ eccessivo che i bond di San Marino offrano anche oltre il 10% per scadenze sotto i tre anni. E’ vero che Fitch li classifichi “non investment grade” con rating BB, il secondo più alto dell’area “spazzatura”. L’agenzia, comunque, prevede un calo del rapporto debito/PIL in area 65% nel 2024 e nota che il PIL pro-capite sia più simile a quello dei paesi con rating tripla A.
Inoltre, sempre Fitch rassicura sulla sostenibilità a medio-breve termine del debito pubblico locale, se è vero che due bond di San Marino incidano per il 37% del totale e offrono tassi bassissimi, pari rispettivamente a 1,75% e 0,10%. Parliamo di vecchie emissioni sul mercato domestico. La spesa per interessi resta sotto controllo, incidendo per il 5,3% delle entrate complessive. Considerate che in Italia siamo su valori ben maggiori. Dunque, esisterebbero margini di crescita per i prezzi, ovvero di discesa dei rendimenti.
Bond San Marino deprezzati?
E’ molto probabile che i bond di San Marino risultino deprezzati essenzialmente per due ragioni. La prima è dettata dalla fuga dei capitali verso “safe asset” come T-bond e Bund in questa fase. La seconda è che si tratta di un mercato poco liquido, oltre che “junk”. Gli investitori preferiscono buttarsi in questi titoli quando la propensione al rischio sale, mentre se la danno a gambe quando c’è tensione sui mercati finanziari.