Anche la Spagna ha deciso ieri di procedere all’emissione di un nuovo bond a 30 anni tramite collocamento sindacato. L’Italia lo aveva fatto già nei primi giorni di gennaio, volendo approfittare delle condizioni di mercato ancora abbastanza positive. E a ragion veduta, come vedremo tra poco. Il titolo iberico ha scadenza nell’ottobre 2052 e di fatto rimpiazza come “benchmark” il trentennale attuale in scadenza nell’ottobre 2050. Rispetto a quest’ultimo, ha offerto un rendimento a premio di circa 10 punti base.
Il nuovo bond della Spagna a 30 anni stacca cedola 1,90% ed è stato prezzato ieri a 99,934 centesimi, pari a un rendimento lordo annuale dell’1,903%. L’importo offerto è stato di 7 miliardi di euro, rispetto ai quali sono giunti ordini per ben più di 60 miliardi. Ad essersi occupati dell’operazione sono stati BBVA, BNP Paribas, Citi, Credit Agricole, Deutsche Bank e Santander.
Anche i bond della Spagna stanno accusando perdite per via dell’attesa stretta monetaria della BCE. In meno di due mesi, ad esempio, il rendimento decennale è salito di 75 punti base fino a oltre l’1,10%, attestandosi in queste ore sotto 1,08%. Ma lo spread con i Bund della Germania rimane assai più contenuto di quello italiano, viaggiando in area 85 punti base contro i 150-160 dell’Italia.
Nuovo bond Spagna batte BTp a 30 anni
Dicevamo, anche il Tesoro di Roma ha emesso a inizio anno un nuovo BTp a 30 anni. Scadenza settembre 2052 e cedola 2,15% (ISIN: IT000545480980), ieri quotava sul MoT di Borsa Italiana a 94,60 centesimi, nettamente sotto la pari e al prezzo di emissione di appena un mese fa. Il rendimento offerto supera, quindi, il 2,40%. Dunque, il trentennale italiano offre un premio di mezzo punto percentuale rispetto a quello spagnolo. Ciò riflette il maggiore rischio sovrano percepito sul mercato sovrano tricolore, conseguenza di un rapporto debito/PIL superiore al 150% e secondo nell’Eurozona alla sola Grecia.
Malgrado il rimbalzo del PIL ben superiore alle attese in Italia, del 6,5% nel 2021 contro il +5% della Spagna, i titoli di stato emessi da Madrid continuano ad essere maggiormente apprezzati, come confermano gli spread e la minore volatilità del mercato iberico.