Ieri, c’è stato il collocamento di un nuovo bond Tier 2 di Intesa Sanpaolo tramite collocamento. La banca piemontese ha raccolto 1,25 miliardi di euro e ha attirato ordini per circa 3 miliardi da parte di 213 investitori. Di questi, ben il 93% sono stati stranieri e il restante 7% italiani. Elevata la partecipazione del Regno Unito con una quota del 45%, seguito a lunga distanza dalla Francia con il 15%, mentre il 13% è arrivato dall’Asia, l’8% da Germania, Austria e Svizzera, il 7% dal Benelux, il 3% dalla Spagna e il 2% da altri paesi.
Caratteristiche salienti dell’obbligazione Intesa Sanpaolo
Il bond Tier 2 ha una durata di 12 anni, in quanto la scadenza è stata fissata per il 14 novembre del 2036. Tuttavia, Intesa Sanpaolo si riserva la facoltà di rimborsare il capitale con gli annessi interessi maturati e non ancora corrisposti già dopo 7 anni. L’istituto ha segnato un record, visto che l’emissione ha esitato il rendimento più basso per una banca italiana sin dal 2010 relativamente a un’obbligazione di questa tipologia.
Rendimento da record sin dal 2010
Nello specifico, il bond Tier 2 ha spuntato un rendimento lordo annuale pari al tasso “midswap” più un margine di 194 punti base o 1,94%. Questo significa che pagherà all’investitore intorno al 4,40% ogni anno. Nel caso in cui la call dopo 7 anni non fosse esercitata, la cedola passerà da fissa a variabile fino alla scadenza. Essa sarà pari al tasso midswap a 5 anni più il suddetto margine di 194 punti base.
A quali rischi espone il bond Tier 2 di Intesa Sanpaolo? Si tratta di un’obbligazione subordinata e, in quanto tale, più rischiosa rispetto a un’obbligazione senior o ordinaria. L’emittente può non provvedere al pagamento delle cedole negli esercizi in cui chiude in perdita. Tuttavia, si tratta di una sospensione e non di una cancellazione. Il pagamento sarà rinviato ed eventualmente accumulato con altri fino al primo esercizio in cui la banca matura un utile.
Bond Tier 2 senza premio effettivo sul BTp
Se facciamo un raffronto con il BTp a 12 anni, notiamo che il bond Tier 2 offre un premio di 60 punti base o 0,60%. Ma se passiamo dal calcolo lordo a quello netto, tale premio non solo non c’è più, anzi diventa uno sconto per effetto della maggiore imposizione fiscale che grava sulle obbligazioni corporate rispetto ai titoli di stato. Anche di questo aspetto bisogna tenere conto: s’inserisce in portafoglio un titolo molto più rischioso per ricevere un rendimento netto inferiore. Vero è, d’altra parte, che il rimborso dopo 7 anni quasi dimezzerebbe i tempi dell’investimento. Se questo può essere per alcuni un fatto positivo, per altri può costituire un problema. Per i restanti 5 anni non si riceverebbero più le cedole, specie in un contesto di riduzione dei tassi di mercato.