Brutta sorpresa in Turchia. A giugno, il tasso d’inflazione è salito al 17,53% dal 16,59% di maggio, quando risultava sceso dal 17,14% di aprile. Un’accelerazione inattesa dagli analisti e che si presenta assai drastica per i prezzi alla produzione: +42,9%, ai massimi da ottobre 2018. Anche il dato ‘core’ lievita al 17,5% dal 17%. Un pessimo segnale per il mercato dei bond in Turchia. Al momento, infatti, i tassi d’interesse fissati dalla banca centrale al 19% si riducono all’1,47% reale.
Si prevede che a luglio l’inflazione salga ulteriormente al 18% o persino oltre, a causa anche del rialzo delle tariffe per le utilities.
Bond Turchia, scenario negativo
Tuttavia, c’è il rischio che Erdogan mandi a casa l’ennesimo capo della banca centrale in pochi anni nel caso in cui non ottenga il taglio dei tassi già in estate. Il rendimento a 10 anni in mattinata è esploso al 17,75% dal 16,86% di venerdì. Il movimento è naturale, scontando un aumento dei prezzi al consumo. Il punto è capire se siamo alla vigilia di un nuovo scontro tra banca centrale e governo dall’epilogo simile a quello del marzo scorso. Allora, fu Naci Agbal a lasciarci le penne, licenziato dal presidente dopo appena 4 mesi e mezzo di ottimo lavoro.
Peraltro, l’obiettivo di un tasso d’inflazione al 13% per fine anno, come da stima dell’istituto, sarebbe a forte rischio. In teoria, la banca centrale potrebbe trovarsi persino costretta ad alzare ulteriormente i tassi per contrastare l’inflazione galoppante. Ma Erdogan lo impedirebbe senza alcun dubbio, motivo per cui il mercato dei bond in Turchia si rivela in questa fase molto rischioso.