Decimo collocamento sindacato di bond per quest’anno dall’Unione Europea (UE). L’operazione ha riguardato due tranche già in circolazione e della durata residua di 7 anni la prima e di 18 anni la seconda. L’importo raccolto è stato rispettivamente di 4 e 3 miliardi, vale a dire di 7 miliardi in tutto. Le richieste sono state complessivamente superiori a 146 miliardi, di cui più di 66 miliardi per la tranche corta e oltre 80 miliardi per la tranche lunga. Il rapporto di copertura è stato, quindi, di 17 volte per la prima e di 27 volte per la seconda.
Esito del collocamento
La tranche con scadenza 4 dicembre 2031 e cedola 2,50% (ISIN: EU000A3L1DJ0) ha esitato un prezzo di aggiudicazione di 98,618 centesimi per un rendimento lordo del 2,719%. La tranche con scadenza 4 febbraio 2043 e cedola 1,25% (ISIN: EU000A3K4DG1) è stata piazzata tra gli investitori a 72,739 centesimi per un rendimento annuo lordo del 3,26%. Questa è un Green Bond nell’ambito del programma noto come Next Generation EU, varato nel 2020 in risposta alla pandemia.
Safe asset ambigui
Con l’emissione del bond UE, la raccolta per la seconda metà dell’anno è stata sinora di 60 miliardi contro un obiettivo finale di 65 miliardi. Dunque, dobbiamo attenderci un ultimo collocamento a dicembre per altri 5 miliardi. In totale, il debito comunitario ammonta a 596,46 miliardi, di cui circa 22 miliardi in forma di titoli a breve termine.
I bond UE hanno rating tripla A per le principali agenzie internazionali, tranne che per S&P, che li valuta AA+, il secondo giudizio più alto della sua scala. Si tratta, pertanto, di “safe asset”, cioè titoli del debito altamente sicuri. Tuttavia, le loro caratteristiche non sono ancora pienamente tali per il mercato, a causa della scarsa liquidità e delle prospettive incerte riguardo alle emissioni future dopo il 2026, cioè successivamente alla fine del programma Next Generation EU.
Bond UE sicuri e meno redditizi dei BTp
A causa di queste criticità, offrono rendimenti superiori ai Bund lungo la curva dei tassi.