Il Venezuela ha smesso di pagare cedole e capitale dei suoi bond denominati in valuta straniera sin dal novembre del 2017. Secondo la legge di New York sotto cui tali obbligazioni risultano emesse, dopo sei anni dal default scatterà la prescrizione. Questo significa che, a partire dal mese di ottobre del 2023, i creditori perderebbero i diritti sia sulle cedole che, in molti casi, persino sul capitale. Almeno 40 miliardi di dollari di investimenti nominali in fumo. A tale proposito, Canaima Fund Lux (ISIN: XS2540585481) ha lanciato un’offerta ai possessori dei bond del Venezuela e di Petroleos de Venezuela S.
Il periodo per aderire all’offerta si conclude il prossimo 31 marzo, sebbene entro il 22 marzo i titoli vadano presentati come prova del possesso. L’investimento minimo richiesto è di 150.000 dollari USA con riferimento al prezzo di mercato o NAV. Per fare un esempio, se si posseggono obbligazioni per complessivi 10 milioni di dollari nominali e il loro prezzo medio di mercato risulta del 5%, il NAV sarà pari a 500.000 dollari. Essendo superiore all’investimento minimo richiesto di 150.000 dollari, l’adesione diverrebbe possibile.
Offerta fondo Canaima
Vediamo adesso cosa prevede l’offerta del fondo Canaima. I detentori hanno la possibilità di scambiare i bond del Venezuela con titoli emessi dal fondo lussemburghese e a loro volta negoziabili tramite Euroclear. Il team legale di Canaima sarà in grado di assicurare l’interruzione della prescrizione sul capitale e le cedole.
C’è anche la possibilità di investire in denaro. In questo caso, il fondo Canaima offre ai possessori dei bond del Venezuela l’opportunità di investire in strumenti finanziari emessi relativi al debito sovrano di uno stato benestante e a prezzi scontati. In questo modo, il rendimento percepito risulterà maggiore dell’ordinario.
Bond Venezuela e PDVSA, rischio prescrizione dopo default
Ricordiamo che dall’agosto del 2018 il Venezuela si trova sotto embargo degli Stati Uniti e non può né accedere ai dollari USA e né vendere il proprio petrolio all’estero. Di fatto, a causa delle ripetute e gravi violazioni dei diritti umani a Caracas è precluso il rifinanziamento sui mercati finanziari internazionali. Questo sta offrendo al regime di Nicolas Maduro il pretesto per “cancellare” decine di miliardi di dollari di debito estero senza neppure assumersene la responsabilità diretta. E’ fatto divieto alle piattaforme exchange anche solo negoziare i bond del Venezuela tra privati. Nei fatti, è diventato impossibile dal febbraio del 2019 anche solo cercare di recuperare una parte minima del capitale investito rivendendo i titoli a terzi.
In conclusione, l’offerta di Canaima arriva dopo anni di assoluta incertezza sul futuro degli investimenti sui bond del Venezuela. Allo stato attuale, qualsiasi soluzione che prospetti l’interruzione della prescrizione e il recupero anche minimo di capitale e interessi pregressi dovrebbe essere ben accetta. L’alternativa consisterebbe nell’esporsi a un lunghissimo default venezuelano, senza alcuna possibilità di monetizzare l’investimento e con l’elevatissimo rischio di restare dopo anni con un pugno di mosche in mano. E’ accaduto con i detentori dei Tango bond. A Caracas rischia di andare molto, molto peggio.