Quando si effettua un bonifico bancario non è obbligatorio mettere la causale. La causale, infatti serve a ricostruire la ragione del bonifico a distanza di tempo.
Anche senza causale, quindi, un bonifico è valido lo stesso, la legge non impone la sua compilazione e non sono previste sanzioni per chi non la appone. La causale serve a chi effettua il bonifico per avere memoria delle motivazioni dello spostamento di denaro. La causale, quindi, può anche essere generica.
La causale riveste un ruolo chiave qualora l’Agenzia delle Entrate dovesse chiedere chiarimenti su un trasferimento di denaro ad un’altra persone: in questi casi la risposta che si fornisce deve essere molto precisa e la causale potrebbe aiutare a ricordare a cosa è servito quel trasferimento di denaro.
Come si capisce da quanto scritto, la causale può essere prova contro il contribuente solo quando indica fatti a lui contrari mentre non vincola il Fisco quando contiene dichiarazione favorevoli al contribuente.
Come anticipato fino ad ora, quindi, la causale in un bonifico non è obbligatoria, ma in un futuro potrebbe aiutare il contribuente a ricostruire i motivi del versamento di denaro: proprio per questo motivo quando la causale viene apposta è il caso di essere il più precisi possibile.
Se il bonifico avviene in forma periodica, inoltre, è bene indicare nella causale, oltre al motivo del pagamento anche il periodo temporale di riferimento: non “pagamento canone di locazione”, ma “pagamento canone di locazione mese di maggio 2017”, non “pagamento assegno mantenimento figlio” ma “pagamento mantenimento figlio per il mese di maggio 2017”.
Se il bonifico che si effettua, invece, è una donazione la causale diventa essenziale: solo una causale particolareggiata e corretta, infatti, potrebbe evitare al contribuente un accertamento fiscale.