Bonus 150, 200 e 350 euro. Alcuni potrebbero fare confusione tra questi tre contributi una tantum. E’ opportuno quindi fare un po’ di chiarezza per i nostri lettori abituale e per quelli nuovi.
Il primo dei tre sussidi che il legislatore ha messo in campo contro il caro bollette è stato quello di 200 euro. Lo ha previsto il decreto Aiuti.
Per alcuni è stato automatico. In particolare non hanno dovuto fare domanda ad esempio:
- i lavoratori dipendenti (anche se quelli del settore privato hanno dovuto presentare autodichiarazione in azienda)
- pensionati
- percettori reddito di cittadinaza
- percettori NASPI.
Hanno invece necessità di domanda altre categorie di lavoratori (colf e badanti, lavoratori autonomi, titolari di rapporto di lavoro co.co.co, ecc.).
Il bonus 150 euro, cosa cambia
Il bonus 150 euro, invece, è quello che è stato introdotto adesso con il decreto Aiuti ter (sarà pagato tra novembre e dicembre 2022). Spetta alle stesse categorie previste per quello di 200 euro. Rispetta a questo però cambia il requisito reddituale.
Per i lavoratori dipendenti, se ci riferiamo al bonus 200 euro era richiesto che per almeno una mensilità da gennaio 2022 al 23 giugno 2022 l’imponibile previdenziale da busta paga non fosse superiore a 2.692 euro (vedi anche Messaggio INPS n. 2397 del 13 giugno 2022). Mentre per quello di 150 euro, al fine di averne diritto, è richiesto che la retribuzione imponibile di novembre non sia superiore a 1.538 euro.
Per le altre categorie di lavoratori, invece, mentre per aver diritto al bonus 200 euro è necessario che il reddito personale del 2021 non sia superiore a 35.000 euro, per il bonus 150 tale soglia scende a 20.000 euro.
Per chi è il bonus 350 euro
Poi c’è il bonus 350 euro che interessa i lavoratori autonomi con partita IVA. In realtà altro non è che la somma dei 200 euro più i 150 euro. Si perché questi soggetti per avere il bonus 200 e quello 150 devono presentare domanda.
E’ da farsi all’INPS (se la partita IVA è iscritta all’INPS) oppure ad altra cassa professionale di appartenenza. Laddove c’è iscrizione a doppia cassa (INPS e ad altra cassa previdenziale), la richiesta è da farsi solo all’INPS.
Queste le ipotesi che potrebbero verificarsi per la partita IVA:
- reddito personale 2021 superiore a 20.000 euro ma inferiore a 35.000 euro (spetta solo il bonus 200 euro)
- reddito personale 2021 inferiore a 20.000 euro (spetta un bonus di 350 euro, ossia 200 euro più 150 euro).
Laddove, invece, il reddito personale 2021 è superiore a 35.000 euro non spetta nessun contributo.