Bonus 150 euro in busta paga, come calcolare il requisito del reddito?

Come per il bonus 200 euro anche per il nuovo bonus 150 euro busta paga bisogna chiarire come calcolare il requisito del reddito
2 anni fa
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Bonus 150 euro

Tra i beneficiari del nuovo bonus 150 euro una tantum previsto dal decreto Aiuti ter (approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 settembre 2022) rientrano anche i lavoratori dipendenti.

Dunque, un bonus 150 euro busta paga che funzionerà alla stregua del bonus 200 euro una tantum dello scorso luglio. Un nuovo sostegno contro il caro bollette con cui le famiglie italiane stanno facendo i conti di questi tempi.

Anche se il funzionamento sarà identico, diversi, invece, sono i requisiti previsti per avere il nuovo beneficio.

In particolare cambia il requisito reddituale.

Il requisito reddituale per i 200 euro di luglio

Il bonus 200 euro busta paga è quello che è stato previsto e disciplinato dall’art. 31 decreto Aiuti.

E’ stato pagato ai lavoratori dipendenti, sulla retribuzione di luglio 2022. Il pagamento è avvenuto direttamente in busta paga da parte del datore di lavoro (il quale poi lo ha recuperato nella forma della compensazione nel flusso mensile Uniemens).

I dipendenti del settore privato, per averlo, hanno dovuto presentare in azienda un’autodichiarazione bonus 200 euro busta paga. Un modulo con cui si autocertificava il possesso dei requisiti. Adempimento, invece, che non è stato richiesto per il lavoratori del settore pubblico.

Proprio con riferimento ai requisiti per il bonus 200 euro busta paga, era stabilito che questo spettasse a condizione che nel periodo 1° gennaio 2022 – 23 giugno 2022, il lavoratore avesse beneficiato, per almeno una mensilità, dell’esonero contributivo di cui all’art. 1, comma 121, legge 30 dicembre 2021, n. 234.

Questo si traduceva semplicemente nel dire che, per almeno una mensilità del periodo sopra indicato, il lavoratore dipendente doveva aver avuto una retribuzione imponibile non superiore a 2.692 euro. A questo proposito, l’INPS aveva chiarito che il riferimento era all’imponibile previdenziale (Messaggio INPS n. 2397 del 13 giugno 2022).

Non bisognava, guardare, dunque, la retribuzione lorda della busta paga ma la voce della busta paga riferibile alla “retribuzione imponibile ai fini previdenziali”, ossia quello su cui sono calcolati i contributi ai fini pensionistici.

Bonus 150 euro busta paga, cambia il requisito reddituale

Per il bonus 150 euro busta paga del decreto Aiuti ter non cambieranno le modalità di erogazione. Quindi, anche qui il beneficio sarà pagato direttamente dal datore di lavoro. Questi poi lo recupera con la compensazione.

Bisognerà capire se anche in tal caso il lavoratore del privato dovrà presentare l’autocertificazione dei requisiti. Proprio con riferimento a questi ultimi, c’è il requisito reddituale che cambia.

Il bonus 150 euro spetterà a condizione che il lavoratore dipendente abbia una retribuzione imponibile riferita al mese di novembre non superiore a 1.538 euro. Anche, ina tal caso, l’INPS sarà chiamata a chiarire se la voce di riferimento debba essere la retribuzione lorda oppure sempre alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali (come visto per il bonus 200 euro).

La cosa è fondamentale, in quanto retribuzione lorda (imponibile IRPEF) ed imponibile previdenziale son diversi (la prima è più alta della seconda voce).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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