Bonus 150 euro busta paga, cosa succede se l’azienda non può pagare?

A breve i lavoratori dipendenti con i requisiti vedranno pagarsi il bonus 150 euro busta paga. E se l’azienda non può pagarlo?
2 anni fa
2 minuti di lettura
Bonus 150 euro busta paga

Il bonus 150 euro busta paga è pagato sulla retribuzione del mese di novembre 2022 per chi ne ha i requisiti. Lo paga direttamente l’azienda che poi lo recupera con la compensazione nel flusso mensile Uniemens di competenza dello stesso mese di novembre.

Ma cosa succede se il datore di lavoro, per problemi gestionali, non riesce a pagare il bonus su novembre? Il lavoratore lo perde?

Innanzitutto, ricordiamo che l’indennità una tantum busta paga di cui stiamo parlando è quella prevista e disciplinata dall’art.

18 decreto Aiuti ter (convertito in legge n. 175 del 17 novembre 2022). Tra i destinatari del beneficio rientrano, quindi, anche i lavoratori dipendenti (settore pubblico e privato), purché questi rispettino determinati requisiti.

In dettaglio, per aver diritto al bonus 150 euro busta paga, è necessario che il lavoratore:

  • abbia un contratto in essere nel mese di novembre 2022
  • non risulti titolare di pensione, reddito di cittadinanza, NASPI o altra prestazione erogata dall’INPS
  • non percepisca il bonus 150 euro busta paga da altro datore di lavoro o come altro tipo di beneficiario (il bonus spetta una sola vola anche in caso di più rapporti di lavoro)
  • abbia una retribuzione imponibile riferita al mese di novembre 2022 non superiore a 1.538 euro.

Alcuni chiarimenti INPS

Con riferimento al requisito reddituale, l’INPS ha chiarito che il riferimento è all’imponibile previdenziale (Circolare n. 116 del 2022). Inoltre, nel successivo Messaggio INPS n. 4159 del 17 novembre 2022 è altresì precisato che:

  • in caso di più rapporti di lavoro, la verifica del requisito reddituale deve essere fatta in relazione al singolo rapporto di lavoro per il quale si presenta il modello di autocertificazione, quindi, non bisogna fare la somma delle singole retribuzioni derivanti dai diversi rapporti di lavoro
  • il requisito reddituale è da considerare al netto della tredicesima mensilità, o ratei della stessa, stante la particolare natura di tale mensilità aggiuntiva, laddove l’erogazione avvenga nella competenza del mese di novembre 2022.

L’art.

18 del medesimo decreto Aiuti, come convertito in legge, stabilisce anche che al fine di vedersi pagare il contributo, il lavoratore deve presentare preventivamente al datore il lavoro il modello autocertificazione bonus 150 euro busta paga in cui autodichiara il possesso dei requisiti.

Tuttavia, non devono presentare il modello i dipendenti del settore pubblico i quali, dunque, in presenza dei requisiti lo avranno in maniere del tutto automatica.

Bonus 150 euro busta paga, quando l’azienda non può pagare su novembre

Come anticipato, è il datore di lavoro a pagare il bonus 150 euro busta paga. Il pagamento è da farsi sulla retribuzione di competenza del mese di novembre 2022 (e ciò anche se pagata a dicembre).

L’azienda poi recupera l’importo anticipato e lo recupera con la compensazione nel flusso mensile Uniemens di competenza dello stesso mese di novembre.

Potrebbe accadere, tuttavia, che per problemi gestionali il datore di lavoro non riesca ad erogare l’indennità con la retribuzione di novembre 2022 nonostante il lavoratore abbia tutti i requisiti per averlo.

In questo caso, l’INPS nel Messaggio n. 4159 del 2022 ha anche chiarito che il datore di lavoro potrà esporre il conguaglio sul flusso di competenza di dicembre 2022. Quindi, il lavoratore lo riceverà su questa retribuzione e non lo perderà.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensioni
Articolo precedente

Pensioni: nuove fasce di rivalutazione per il biennio 2023-2024

pagare meno tasse
Articolo seguente

Legge di bilancio 2023: quali tasse aumentano e come cambiano gli importi dell’assegno unico