Bonus 150 euro busta paga, l’INPS premia chi guadagna di più

I commercialisti chiamano in causa l’INPS a fare chiarezza sulla disparità di trattamento creata sul bonus 150 euro busta paga
2 anni fa
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Bonus 150 euro

Dall’INPS urge chiarezza per l’erogazione da parte dei datori di lavoro del bonus 150 euro busta paga. Il rischio è quello di una seria disparità di trattamento tra chi guadagna di più e chi meno. A suonare il campanello d’allarme è l’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC).

L’INPS, dunque, è chiamato a scendere nuovamente in campo dopo il chiarimento già fornito con il Messaggio n. 4159 del 17 novembre 2022.
Per capire, occorre ricordare che il bonus 150 euro busta paga è disciplinato dall’art. 18 decreto Aiuti ter, il quale stabilisce anche i requisiti per averne diritto.

In dettaglio è richiesto che il lavoratore:

  • abbia un contratto in essere nel mese di novembre 2022
  • non risulti titolare di pensione, reddito di cittadinanza, NASPI o altra prestazione erogata dall’INPS
  • non percepisca il bonus 150 euro busta paga da altro datore di lavoro o come altro tipo di beneficiario (il bonus spetta una sola vola anche in caso di più rapporti di lavoro)
  • abbia una retribuzione imponibile del mese di novembre 2022 che non superi l’importo di 1.538 euro.

L’indennità, se verificate le condizioni, è pagata direttamente dal datore di lavoro in busta paga sulla retribuzione di competenza del mese di novembre 2022. Solo i dipendenti settore privato devono preventivamente presentare in azienda il modello autocertificazione bonus 150 euro busta paga con cui si autodichiarano i requisiti. È esonerato da questo adempimento il dipendente statale.

Bonus 150 euro busta paga, il requisito reddituale

Per il requisito reddituale, l’INPS è intervenuta con una serie di chiarimenti. In primo luogo, nella Circolare n. 116 del 17 ottobre 2022, ha precisato che il riferimento deve essere alla retribuzione imponibile “previdenziale”.

Successivamente con il nuovo Messaggio n. 4159 del 17 novembre 2022 ha anche detto che in caso di più rapporti di lavoro dipendente, il requisito reddituale è da verificare in relazione al singolo rapporto di lavoro per il quale si presenta il modello di autocertificazione (quindi, non bisogna fare la somma delle singole retribuzioni derivanti dai diversi rapporti di lavoro).

Esempio

Giovanni ha due contratti di lavori dipendente in essere al 1° novembre 2022. Per un rapporto di lavoro la retribuzione imponibile previdenziale di novembre 2022 è di 1.800 euro e quella del secondo rapporto di lavoro è di 1.100 euro. In una situazione del genere, il lavoratore presentando il modello di autocertificazione a questo secondo datore di lavoro avrà diritto a ricevere il bonus 150 euro busta paga.

Si consideri, invece, adesso il sig. Alfonso che ha un solo contratto di lavoro la cui retribuzione imponibile previdenziale è di 1.600 euro. Questi, a differenza di Giovanni, resta fuori da bonus.

A fronte di ciò interviene l’ANC, che evidenzia (nel comunicato stampa del 6 dicembre 2022) come di fatto l’INPS con l’interpretazione fornita determina le condizioni per una potenziale disparità di trattamento (Giovanni nonostante guadagni più di Alfonso ha diritto al bonus mentre Alfonso non ne ha diritto). Pertanto si chiede all’INPS di intervenire nuovamente con una certa urgenza a fare chiarezza sulla questione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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