Manca ancora un mese affinché i lavoratori italiani possano vedersi pagare il bonus 150 euro previsto con il decreto Aiuti ter (art. 19, 20 e 21). Si tratta del contributo “una tantum” che fa eco a quello precedente di 200 euro stanziato, invece, con il primo decreto Aiuti (art. 31, 32 e 33).
Entrambi rappresentano un sussidio messo in campo dal legislatore per sostenere le famiglie contro il rincaro prezzi di questi ultimi mesi.
L’erogazione dei 150 euro dovrebbe (si spera) avvenire tra i mesi di novembre e dicembre di questo stesso anno 2022.
Le categorie di lavoratori ammessi sono le stesse di quelle previste per il bonus 200 euro. A cambiare sono i requisiti reddituali.
Bonus 150 euro lavoratori dipendenti
I lavoratori dipendenti riceveranno il bonus 150 euro direttamente dal datore di lavoro in busta paga. Ciò avverrà sulla retribuzione di competenza del mese di novembre 2022. Il datore lo anticipa e poi lo recupera con la compensazione nel flusso mensile Uniemens.
Per averlo non bisogna fare alcuna domanda ma il lavoratore (settore privato) deve presentare in azienda l’autocerficiazione bonus 150 euro in cui dichiara di possedere tutti i requisiti previsti. (tale autocertificazione, invece, come avvenuto per il bonus 200 euro, non dovrebbe essere necessaria per i dipendenti pubblici).
In merito ai requisiti, è richiesto che il lavoratore:
- non risulti titolare di pensione, reddito di cittadinanza, NASPI o altra prestazione erogata dall’INPS
- abbia una retribuzione imponibile riferita al mese di novembre 2022 non superiore a 1.538 euro
- non percepisca il bonus 150 euro da altro datore di lavoro o come altro tipo di beneficiario (il bonus spetta una sola vola anche in caso di più rapporti di lavoro)
- abbia il contratto di lavoro in essere nel mese di novembre 2022.
Il contributo per i pensionati
I pensionati riceveranno il bonus 150 euro in automatico direttamente dall’INPS sul cedolino pensione di novembre. Quindi, non devono fare domanda. Rientrano tra i beneficiari anche chi ha pensione di invalidità; pensione sociale o assegno sociale; indennità di accompagnamento.
Per averlo è necessario che il pensionato abbia un reddito personale 2021 non superiore a 20.000 euro. Per il bonus 200 euro, invece, il requisito reddituale era stabilito in massimo 35.000 euro.
Questo significa che, ad esempio, un pensionato con reddito inferiore a 20.000 euro, ha goduto del bonus 200 euro e ora riceverà in automatico anche quello di 150 euro. Un pensionato con reddito superiore a 20.000 euro ma NON a 35.000 euro, non vedrà riconoscersi il bonus 150 euro mentre ha avuto pagato quello di 200 euro nel mese di luglio scorso.
Chi deve fare domanda per il bonus 150 euro (tranne colf e badanti)
Ci sono poi i domestici. Il bonus 150 euro colf e badanti spetta a quei domestici che hanno già beneficiato del bonus 200 euro. Quindi, chi ha fatto domanda per i 200 euro ora vedrà pagarsi anche i 150 euro (sempreché sia rispettato il requisito reddituale dei 20.000 euro). E’ necessario avere un rapporto di lavoro in essere al 24 settembre 2022 (data di entrata in vigore del decreto Aiuti ter).
Devono, invece, fare domanda all’INPS per aver il bonus 150 euro (la data per la richiesta deve essere ancora definita) i seguenti soggetti:
- lavoratori stagionali/intermittenti (bisogna avere almeno 50 giornate di lavoro nel 2021)
- titolari di rapporti di lavoro co.co.co. (bisogna avere almeno 50 giornate di contributi nel 2021)
- dottorandi e assegnisti di ricerca (stessa cosa prevista per i co.co.co.)
- lavoratori dello spettacolo (servono anche qui almeno 50 giornate di lavoro nel 2021)
- lavoratori autonomi senza partita IVA
- lavoratori autonomi con partita IVA iscritti alla gestione INPS (la partita IVA deve essere attiva al 18 maggio 2022)
- incaricati alle vendite a domicilio (bisogna essere titolari di partita IVA attiva al 18 maggio 2022).
I lavoratori autonomi con partita IVA iscritti ad altra cassa previdenziale diversa dall’INPS devono fare domanda alla propria cassa di iscrizione.
In tutti i casi, è sempre richiesto per tali soggetti che il reddito personale del 2021 non risulti superiore a 20.000 euro (che era, invece, 35.000 euro per il bonus 200 euro).