In redazione è arrivato un interessante quesito sul bonus 200 euro. In particolare, un nostro lettore ci ha descritto la seguente situazione. Fino a maggio 2022, il nostro lettore ha lavorato come impiegato presso un’azienda privata, beneficiando anche dell’esonero contributivo dello 0,80% previsto dall’ultima legge di bilancio 2022.
Nel mese di giugno ha cambiato lavoro. E’ passato in tutt’altro settore, sempre come lavoratore dipendente.
Considerato che il rispetto dei requisiti richiesti dal D.L. 50/2022, c.d. decreto Aiuti, è verificato rispetto alla prima azienda, chi dovrà accreditagli il bonus? Il vecchio o l’attuale datore di lavoro?
Ecco la risposta.
Il bonus 200 euro per i lavoratori dipendenti
L’art.31 del D.L. 50/2022, c.d. decreto Aiuti, riconosce il bonus 200 euro ai lavoratori dipendenti che nel primo quadrimestre 2022:
- hanno avuto diritto all’esonero contributivo sui contributi IVS (0,80%) di cui al comma 121 dell’ultima legge di bilancio,
- in forza di una retribuzione imponibile previdenziale non eccedente mensilmente l’importo di 2.692 euro.
Su tale limite, possono incidere malattie, maternità e congedi parentali.
Per il mese di dicembre il limite è raddoppiato, se si considera la tredicesima. Il controllo sulla spettanza dell’esonero contributivo è verificato mese per mese. Non in sede di conguaglio.
Ad ogni modo, per ottenere l’accredito del bonus nella busta paga di luglio, è sufficiente che lo sconto dello 0,80% sia stato riconosciuto anche per un solo mese nel corso del primo quadrimestre 2022.
Nel messaggio n° 2505 l’Inps ha chiarito che:
- la retribuzione nella quale riconoscere l’indennità da parte dei datori di lavoro è quella di competenza del mese di luglio 2022, oppure,
- in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro (ad esempio, part-time ciclici) o della previsione dei CCNL, quella erogata nel mese di luglio del corrente anno, seppure di competenza del mese di giugno 2022.
Il rapporto di lavoro, in ogni caso, deve sussistere nel mese di luglio 2022.
Ad ogni modo, il datore di lavoro deve fare alcuni adempimenti.
Il datore di lavoro, una volta ricevuta l’autodichiarazione da parte del lavoratore, può procedere all’accredito del bonus nella busta paga di luglio. Il datore di lavoro lo recupera attraverso le denunce contributive (flussi Uniemens) successivi. Sotto forma di credito da compensare.
Chi paga il bonus se cambia datore di lavoro?
Fatta tale doverosa ricostruzione, veniamo al quesito su esposto. Il lettore sembra rispettare tutti i requisiti richiesti dal decreto Aiuti. Il punto di domanda riguarda il datore di lavoro che è tenuto ad effettuare il pagamento del bonus in favore del lavoratore dipendente.
Chi dovrà accreditagli il bonus? Il vecchio o l’attuale datore di lavoro?
Ebbene, considerato che il lavoratore tramite la suddetta autocertificazione, qui trovi il modello ufficiale da consegnare in azienda, attesta il rispetto dei requisiti, l’attuale datore di lavoro sembrerebbe legittimato ad effettuare l’accredito in busta paga. Per poi recuperare il bonus pagato al dipendente attraverso le denunce contributive (flussi Uniemens) successivi. Sotto forma di credito da compensare.
Ad ogni modo, sarebbero necessari chiarimenti ufficiali da parte dell’Inps.