Il nuovo bonus 200 euro in arrivo in busta paga per i dipendenti presenta analogie e differenze con l’ex bonus Renzi di 100 euro (oggi noto come trattamento integrativo).
L’ex bonus Renzi, ancora vigente, è già presente in busta paga e spetta per redditi non superiori a 15.000 euro (rispetto ai 28.000 euro dello scorso anno). Il nuovo bonus 200 euro sarà pagato a luglio 2022 e spetta per redditi inferiori a 35.000 euro.
Anche quest’ultimo sarà erogato direttamente in busta paga dal datore di lavoro (il quale poi lo recupera come credito d’imposta da utilizzare in compensazione).
In altre parole è pagato in unica soluzione sulla retribuzione di luglio e non si intende, quindi, per 200 euro mensili. L’ex bonus Renzi è, invece, 100 euro mensili (1.200 euro l’anno). I due si affiancano. Quindi, sulla busta paga a luglio 2022 il lavoratore dipendente dovrebbe trovarsi bonus per complessivi 300 euro (100 + 200).
Bonus 200 euro, il limite reddituale a 35.000 euro
Come anticipato il bonus 200 euro spetta a condizione che il reddito del lavoratore non superi i 35.000 euro. Dalla bozza in circolazione del decreto Aiuti (che ha istituto il beneficio) risulta che ai fini del citato limite reddituale devono considerarsi:
- redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva.
Non devono, invece, considerarsi:
- il reddito della casa di abitazione e le sue pertinenze
- i trattamenti di fine rapporto comunque denominati
- le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata
- l’assegno al nucleo familiare
- assegni familiari e l’assegno unico universale
- gli assegni di guerra
- indennizzi ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati
- indennità di accompagnamento e le indennità previste per i ciechi parziali
- indennità di comunicazione per i sordi prelinguali.
Perché a dicembre si rischia il salasso
Il lavoratore dipendente, per avere bonus 200 euro non dovrà presentare alcuna domanda.
Attenzione però. C’è il rischio di avere il salasso a dicembre in sede di conguaglio della retribuzione.
Il testo del decreto Aiuti in bozza, infatti, dice che il datore di lavoro ora lo anticipa e poi in sede di conguaglio verificherà l’effettiva spettanza del beneficio.
Dunque, a dicembre verificherà se il lavoratore effettivamente ha rispettato la soglia reddituale dei 35.000 euro. Se non rispettata dovrà restituire il bonus 200 euro. La restituzione sarà in busta paga (otto rate di pari ammontare a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio).
La beffa pare sia la non possibilità, per il dipendente, di esprimere al datore di lavoro la rinuncia al bonus 200 euro e la possibilità di prenderlo in dichiarazione redditi (cosa, invece, ammessa per l’ex bonus Renzi).
Ricordiamo, infine, che l’indennità di 200 euro è prevista anche per pensionati, lavoratori autonomi, stagionali, percettori del reddito di cittadinanza, colf e badanti.