Bonus 200 euro dipendenti e pensionati: il rischio di non poter rinunciare

C’è la possibilità di esprime al datore di lavoro la rinuncia a percepire il nuovo bonus 200 euro previsto da decreto Aiuti?
3 anni fa
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Bonus 200 euro inoccupati, oltre al danno anche la beffa

Continuano a giungere, in redazione, quesiti in merito al nuovo bonus 200 euro per dipendenti, pensionati e non solo, istituito con il decreto Aiuti varato dal Governo (in seconda battuta) lo scorso 5 maggio 2022.

Si tratta della nuova misura di aiuto, voluta per dare sostegno alle famiglie che, in questi ultimi mesi, fanno i conto con il caro prezzi dovuto all’incremento del costo di molte materie prime (carburante, energia elettrica, ecc.). Anche se a questo proposito servirà a poco (come abbiamo dimostrato in un nostro precedente articolo).

Si concretizza in un importo di 200 euro (una tantum) che lavoratori e pensionati si ritroveranno in automatico (rispettivamente) in busta paga e cedolino pensione. Spetterà anche a lavoratori autonomi, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori stagionali, colf e badanti.

Per queste ultime categoria, la bozza del decreto in circolazione, non definisce, tuttavia, ancora le modalità di pagamento.

Bonus 200 euro, è possibile rinunciare?

Il bonus 200 euro spetta a condizione che il reddito del lavoratore o pensionato non sia superiore a 35.000 euro.

Come detto, è pagato una tantum (ossia una sola volta), direttamente in busta paga o cedolino pensione. Ciò dovrebbe avvenire tra i mesi di giugno e luglio.

A questo proposito, è stato chiesto alla nostra redazione se è possibile esprimere rinuncia (quindi, non volerlo percepire) senza così correre il rischio poi di doverlo restituire laddove il reddito dovesse superare la citata soglia.

In merito, la bozza del decreto non si esprime. L’unica cosa che è dato leggere nel testo, ora in circolazione, è che il datore di lavoro verifica

in sede di conguaglio la spettanza. Qualora in tale sede l’indennità si riveli non spettante, lo stesso sostituto provvede al recupero del relativo importo. Il recupero dello stesso è effettuato in otto rate di pari ammontare a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio.

In altri termini, il datore di lavoro a luglio lo accredita direttamente in busta paga.

Poi a dicembre 2022, in sede di conguaglio annuo della retribuzione, lo stesso datore di lavoro verifica se il reddito del lavoratore ha superato o meno i 35.000 euro. Se il limite è superato, questi, procede a recuperare il bonus 200 euro dalla busta paga del lavoratore medesimo.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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