Una delle principali misure contenute nel cosiddetto DL Aiuti è il cosiddetto bonus 200 euro: un incentivo una tantum a favore dei cittadini (lavoratori, pensionati e disoccupati) per far fronte all’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime, dovuta, principalmente, al conflitto in Ucraina.
Le modalità di erogazione del sussidio sono diverse in base alla categoria dei soggetti che lo percepiranno.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti il contributo sarà erogato direttamente in busta paga (tra giugno e luglio) dal proprio datore di lavoro (che poi se lo vedrà rimborsare al primo pagamento utile delle imposte).
Bonus 200 euro, cos’è e a chi spetta
Il bonus 200 euro è stato istituito al fine di sostenere i cittadini a fronte dell’impennata dei prezzi e dei costi dell’energia.
Il bonus spetta ai dipendenti con uno stipendio lordo, da inizio anno, inferiore a 2.692 euro al mese; I pensionati, autonomi, stagionali e disoccupati, invece, devono avere un reddito sotto i 35 mila euro annui. Per colf e badanti, infine, non è previsto alcun limite reddituale.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti il contributo sarà erogato direttamente in busta paga (tra giugno e luglio) dal proprio datore di lavoro.
Oltre al limite reddituale, ad ogni modo, la normativa prevede anche altri requisiti; ad esempio, quello relativo all’esonero contributivo dello 0,8% nel primo quadrimestre del 2022 per almeno una mensilità. Inoltre, l’indennità spetta una sola volta, anche nel caso in cui il beneficiario sia titolare di più rapporti di lavoro.
Infine, al lavoratore che è anche titolare di un trattamento pensionistico o di reddito di cittadinanza, il bonus 200 euro dovrà essere erogato dall’Inps. Ma allora come può il datore di lavoro conoscere queste informazioni?
Il datore di lavoro come fa a sapere se sono stati rispettati tutti i requisiti?
Ovviamente, il datore di lavoro non può sapere se il proprio dipendente sia in possesso di tutti i requisiti previsti per ottenere il bonus 200 euro.
In questi giorni, la fondazione studi Consulenti del Lavoro ha pubblicato un modello di autocertificazione utilizzabile da tutti i richiedenti.
Il documento, inoltre, fornisce alcuni utili chiarimenti in merito al contributo stesso. È molto importante prendere visione di tale approfondimento prima di consegnare l’autocertificazione al proprio datore di lavoro, in modo da non ricevere brutte sorprese in futuro.