Bonus 200 euro non per tutti, alle partite IVA spetterà meno della metà

Un bonus 200 euro partita IVA che potrebbe scendere a meno della metà. Una disparità di trattamento notevole
2 anni fa
1 minuto di lettura
Pensioni, in arrivo 100 euro in più al mese, perché se ne parla e per chi questi incrementi
Foto © Pixabay

Si chiama bonus 200 euro partita IVA quando in realtà non lo è. Per loro, il beneficio del decreto Aiuti, previsto per diverse categorie, infatti, potrebbe essere addirittura al di sotto dei 100 euro.

Ciò è quanto ha evidenziato CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato), analizzando la normativa che ha istituto questa misura di sostegno.

Per comprendere la portata di quanto stiamo per illustrare, è bene ricordare che il bonus 200 euro spetta a:

  • lavoratori dipendenti
  • pensionati
  • precettori di NASPI e Dis-Coll e percettori reddito di cittadinanza
  • lavoratori autonomi (con o senza partita IVA)
  • lavoratori domestici (colf e badanti)
  • titolari di rapporto lavoro co.co.co.
  • incaricati alle vendite
  • lavoratri stagionali e dello spettacolo.

Ad ogni modo la platea dei beneficiari bonus 200 euro potrebbe allargarsi.

Bonus 200 euro partita IVA, tutto ancora da definire

Con riferimento al bonus 200 euro partita IVA, a prevederlo è l’art. 33 del menzionato decreto Aiuti.

Quest’ultima disposizione, istituisce alla scopo un fondo per 500 milioni di euro. Non sarà automatico, ma per averlo bisognerà presentare domanda.

Sarà un decreto attuativo, da emanarsi entro il 17 giugno 2022, a definire tempi e modalità di richiesta. Quest’ultimo provvedimento dovrà definire anche il requisito reddituale di accesso (che, dunque, non è quello di 35.000 euro previsto, ad esempio, per i pensionati o altre categorie ammesse).

Secondo CNA, bisogna considerare che la platea dei lavoratori autonomi iscritti alle gestioni INPS interessate al bonus 200 euro partite IVA ammonta a 4.380.345, a cui occorre aggiungere circa 1.500.000 di professionisti iscritti presso le casse di previdenza private.

Ne consegue che, alla luce di questi dati, i 500 milioni di euro stanziati darebbero luogo ad una indennità di importo addirittura inferiore a 90 euro. Una disparità di trattamento notevole rispetto agli altri beneficiari.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Se il digitale non funziona bisogna pagare il canone Rai lo stesso?
Articolo precedente

Se il digitale non funziona bisogna pagare il canone Rai lo stesso?

Pensioni anticipate ordinarie nel 2025, l’età non conta, ecco la guida
Articolo seguente

In pensione a 64 anni nel 2023, calcola il taglio sull’assegno: in molti casi non supera il 10%