Per i consulenti del lavoro il bonus 200 euro partita IVA è per tutti, o quasi. Resterebbero fuori in pochi.
Noi di investireoggi.it, in un nostro precedente intervento avevamo messo in luce un’interpretazione restrittiva della norma. Il tenore letterale dell’art. 33 del decreto Aiuti, infatti, parla di indennità spettante a “lavoratori autonomi” e “liberi professionisti”.
Sulla base di tale espressione, quindi, abbiamo parlato di bonus 200 euro partita IVA non per tutti, in quanto la menzionata disposizione, ad esempio, non cita gli imprenditori individuali.
In un documento di approfondimento, invece, i consulenti del lavoro forniscono un elenco ad ampio raggio dei possibili beneficiari.
Il bonus 200 euro partita IVA, il fondo non è sufficiente
Il menzionato art. 33 decreto Aiuti, istituisce un fondo da 500 milioni di euro da destinare al bonus 200 euro partita IVA.
Tali contribuenti ne avranno diritto solo dietro presentazione di apposita domanda. Sarà un decreto di prossima emanazione a stabilire tempi e modalità di richiesta. Lo stesso provvedimento dovrà definire anche i requisiti.
In realtà più che di bonus 200 euro, la disposizione parla di indennità non specificandone l’importo spettante. Questo perché le citate risorse stanziate dovranno essere ripartite tra tutti i richiedenti. Pertanto, l’indennità potrebbe anche essere di importo inferiore ai 200 euro (per CNA sarebbe più corretto parlare di bonus 200 euro partita IVA meno della metà).
L’elenco (ampio) dei consulenti del lavoro
Come detto, il legislatore parla di bonus partite IVA per lavoratori autonomi e liberi professionisti. Nel documento di approfondimento, secondo i consulenti del lavoro, il beneficio spetterebbe a:
- lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni Inps, alla gestione separata o alla gestione previdenziale di appartenenza
- coltivatori diretti, mezzadri e coloni
- artigiani ed esercenti attività commerciali
- imprenditori agricoli a titolo principale
- pescatori autonomi, della piccola pesca marittima e delle acque interne.
I requisiti reddituali dovranno essere definiti dal citato decreto (la cui emanazione dovrebbe avvenire entro il 17 giugno 2022).